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Da Catania a Trapani caos rifiuti in Sicilia

Da Catania a Trapani caos rifiuti in Sicilia si rischia un Natale tra cumuli d’immondizia

Ma si parla solo di ampliare le discariche e non di differenziata

Di Redazione |

CATANIA – Ci risiamo. È ancora emergenza rifiuti in Sicilia. Le discariche – quelle che sono rimaste in vita – sono al limite. E le città per questo Natale rischiano di restare sommerse dai rifiuti. A creare la situazione di emergenza sono stati i provvedimenti che negli ultimi mesi hanno riguardato tre importanti discariche, quella di Motta Sant’Anastasia (commissariata e in via di chiusura), quella di Mazzarrà Sant’Andrea (chiusa dalla magistratura) e quella di Siculiana (chiusa per il raggiungimento del limite). Il provvedimento di fermo a Mazzarrà Sant’Andrea ha sottratto ben 1.200 tonnellate quanto a capacità di conferimento e danni a cascata, per effetto dei mancati conferimenti, dei Comuni che ne usufruivano, portando alla chiusura della discarica di Siculiana per il raggiungimento della capacità. La Regione ha fissato a marzo 2015 la data entro la quale si raggiungerà «un deficit di tonnellate da scaricare pari a tremila al giorno» rispetto alle seimila prodotte giornalmente dai siciliani. E allora sarà il caos più totale.    Gli ultimi “focolai” di crisi riguardano Gela e Trapani. A Gela è stata temporanemnte chiusa la discarica di contrada Timpazzo e la città da sabato è già invasa dai sacchetti di immondizia agli angoli delle strade. A Trapani i dodici comuni che fanno parte della Srr Trapani Nord, ovvero Alcamo, Buseto Palizzolo, Calatafimi, Castellammare del Golfo, Custonaci, Erice, Favignana, Paceco, Pantelleria, San Vito Lo Capo, Valderice e Marsala, non sanno dove portare i loro rifiuti. dopo la chiusura della discarica di Siculiana, grazie ad un provvedimento della Regione, hanno conferito nella discarica di Borranea che, essendo ormai satura, non può più ricevere l’immondizia che arriva da altri territori. Potranno continuare a scaricare nell’impianto solo i mezzi della Trapani Servizi che si occupano nella raccolta dei rifiuti nel capoluogo. Ma ormai la discarica è queasi colma e presto anche il Comune di Trapani potrebbe essere costretto a portare i proprio rifiuti altrove. Ma non si sa ancora dove.

Poi, a complicare la già delicata situazione, il recente commissariamento della Oikos, la società che gestisce la discarica di Motta Sant’Anastasia. Un atto amministrativo adottato ai sensi della recente normativa anticorruzione in quanto la Oikos non risulterebbe dotata della certificazione antimafia. E, ancora, il nodo “Sicula Trasporti”, ditta interessata allo stoccaggio del rifiuto, che nel giro di quattro mesi, ha sospeso per la seconda volta il servizio. In sostanza, non riceve più la frazione dell’umido.   C’è preoccupazione nei comuni coinvolti, sia quelli della provincia etnea (Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Biancavilla, Bronte, Belpasso, Castiglione, Catania, Camporotondo, Gravina, Linguaglossa, Maletto, Maniace, Mascalucia, Milo, Misterbianco, Motta, Nicolosi, Paternò, Pedara, Piedimonte, Ragalna, Santa Maria di Licodia, Santa Venerina, Battiati, Sant’Alfio, San Giovanni La Punta, San Gregorio, San Pietro Clarenza, Trecastagni, Tremestieri, Valverde, Viagrande e Zafferana). Che quelli della provincia di Ragusa, Scicli e Vittoria. Probabilmente – si apprende – se ci saranno i presupposti, il servizio sarà ripristinato a metà gennaio. Ma resta sempre un grosso punto interrogativo   Intanto, sul fronte messinese, il prefetto ha nominato una commissione d’indagine per accertare eventuali tentativi di infiltrazione o di condizionamento di tipo mafioso all’interno dell’apparato politico e amministrativo del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea.   Adesso c’è il rischio concreto che l’isola possa diventare una discarica a cielo aperto. Per questo la scorsa settimana il governatore Rosario Crocetta è stata a Roma dal sottosegretario Graziano Delrio a chiedere poteri speciali. La proposta del governo regionale è quella di avere un periodo di commissariamento che possa consentire di predisporre interventi immediati atti a portare la capacità di conferimento a quella prevista dal piano regionale dei rifiuti. Ma sono in molti a chiedersi se sia giusto aumentare solo per legge la capacità di conferimento e non cercare di affrontare veramente l’emergenza rifiuti, non con provvedimenti tampone ma con misure che rilancino davvero la raccolta differenziata (in Sicilia scandalosamente ferma al 10%) e con la costruzione di impianti di termovalorizzazione (in Sicilia non ce ne soni) e di compostaggio (quelli presenti nell’Isola non sono sufficienti). Il governatore dice continuamente di voler fare la rivoluzione, di voler denunciare il malaffare. E allora è arrivato il momento di adottare provvedimenti in questa direzione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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