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Dal reddito minimo al bonus: dalla Regione un mega-piano per l’occupazione

Dal reddito minimo al bonus: dalla Regione un mega-piano per l’occupazione

L’assessore regionale al Lavoro, Bruno Caruso: «L’Isola affonda se non cambiamo rotta»

Di Redazione |

PALERMO – Dal contratto di ricollocazione con una dote finanziaria a disposizione di chi darà lavoro ai giovani disoccupati e ai precari al reddito minimo di garanzia attraverso l’offerta di servizi ai beneficiari, dalla lotta alla povertà estrema con la redistribuzione delle eccedenze alimentari fino alla riorganizzazione complessiva degli uffici del Lavoro. È il mega piano presentato dall’assessore regionale al Lavoro, Bruno Caruso, per dare impulso alle politiche di supporto del sistema anche alla luce delle nuove norme statali.   «È un piano ambizioso, ma è l’ora di dare una svolta netta rispetto al passato – avverte l’assessore – Finora ci siamo occupati di sussidi e assistenza, ma dobbiamo tenere conto del dramma sociale complessivo, inaudito e storico in cui si trova la Sicilia. Il tasso di disoccupazione reale è oltre il 30%, il cento medio si è impoverito: è nel mercato che si devono cercare le opportunità di lavoro e non nel pubblico dove la spesa è ormai all’osso».   Ecco allora quello che Caruso definisce “Pacchetto lavoro 1”, con la parola d’ordine “investire in Sicilia conviene”. Al contratto a tutele crescenti del governo Renzi, Caruso e il suo staff affiancheranno il “contratto di ricollocazione” aggiungendo un bonus occupazione per le imprese che assumeranno giovani disoccupati e un extrabonus se assumeranno attingendo dal bacino dei precari della Regione, il cui obiettivo è di svuotare gradualmente le sacche dell’assistenzialismo.   «Abbiamo studiato il modello sperimentato in Lombardia e nel Lazio – afferma Caruso – Ci sarà una dote finanziaria in parte destinata all’Agenzia del lavoro accreditata e in parte all’impresa, col contributo che aumenterà in relazione alla difficoltà per i soggetti di collocare il disoccupato e alla durata contrattuale». Per i precari non ci sarà scelta: «Chi rifiuterà rimarrà fuori».   Il piano è già stato illustrato al ministero del Lavoro, «e i primi riscontri sono stati positivi, perché leghiamo la riforma allo sviluppo». Per far conoscere le nuove opportunità, l’assessorato lancerà una grande campagna di comunicazione e di informazione. Il sistema si reggerà sull’integrazione tra Agenzie del lavoro private, che saranno accreditate, e i centri per l’impiego, in questo caso il modello di riferimento, spiega Caruso, è l’Alto Adige. «È una impresa difficile e complicata – sostiene l’assessore – bisogna rimotivare le persone, ma posso dire di avere trovato in assessorato veri servitori delle istituzioni, personale pronto a mettersi in gioco per un grande progetto di politica del lavoro. Anche i sindacati devono darci una mano».   In questo quadro si innesta un’altra delle riforme, l’introduzione del reddito minimo di garanzia. «Guardia al mini job tedesco – sottolinea l’assessore Caruso – Non sarà una forma di assistenzialismo, ma di nuovo welfare, concedendo servizi, come asili nido e altro, a chi beneficerà del reddito di garanzia”.   La seconda fase sarà il “Pacchetto lavoro 2”, qui il modello che ha in testa Caruso è quello di Bolzano, dando impulso ad apprendistato e tirocini, con l’applicazione in Sicilia della legge Biagi sull’amministrazione del lavoro. «La Sicilia sta affondando – conclude Caruso – se affonda, affondiamo tutti, Non si salverà nessuno».

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