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Il giuramento di Mattarella, orgoglio siciliano

Il giuramento di Mattarella, orgoglio siciliano «Sarò un arbitro imparziale, ma aiutatemi»

Il discorso del neo presidente: «La lotta alla mafia è una priorità»

Di Redazione |

ROMA – Trentacinque minuti. Tanto è durata la cerimomia del giuramento del nuovo Capo dello Stato, Sergio Mattarella, primo presidente siciliano della storia della Repubblica italiana. Tanto quanto è invede durato il suo primo discorso davanti al Parlamento interrotto da ben 40 applausi. Un discorso apprezzato da più parti, non solo politiche. Il nuovo inquilino del Quirinale si è presentato dicendo che sarà un «arbitro imparziale», che cercherà di «riaccostare gli italiani alle istituzioni», che difenderà l’unità del Paese, che sarà un garante della Costituzione, ma anche un sostenitore delle riforme.   Davanti al Parlamento riunito in seduta comune, il presidente appena eletto ha illustra i capisaldi del suo programma per il suo settennato al Quirinale: dalla lotta alla mafia e alla corruzione, all’impegno contro il terrorismo, all’auspicio che i due Marò arrestati in India possano tornare a casa. Ecco in sistensi il suo discorso:

ARBITRO E GIOCATORI

«Nel linguaggio corrente – dice Mattarella – si è soliti tradurre il compito del Capo dello Stato nel ruolo di un arbitro, del garante della Costituzione. È un’immagine efficace. All’arbitro compete la puntuale applicazione delle regole. L’arbitro deve essere e sarà imparziale. I giocatori lo aiutino con la loro correttezza».

 AVANTI CON LE RIFORME

Mattarella dà il suo beneplacito alla riforma della Costituzione in discussione in Parlamento: «La democrazia – sostiene – non è una conquista definitiva ma va inverata continuamente individuando le formule più adeguate al mutamento dei tempi. È significativo che il mio giuramento sia avvenuto mentre sta per completarsi il percorso di un’ampia e incisiva riforma della seconda parte della Costituzione. Senza entrare nel merito delle singole soluzioni che competono al Parlamento nella sua sovranità, desidero esprimere l’auspicio che questo percorso delle riforme si porti a compimento con l’obiettivo di rendere più adeguata la nostra democrazia». Mattarella cita anche, definendola «un’altra priorità», la riforma della legge elettorale, più volte sollecitata da Napolitano.  

ATTENTI A DISAGIO SOCIALE, RIDARE SPERANZA

«Dobbiamo scongiurare il rischio che la crisi intacchi il patto sociale sancito dalla Costituzione», sostiene Mattarella. Bisogna «dare al Paese un orizzonte di speranza» anche impegnandosi per mantenere l’unità del Paese.  

SU CRESCITA PIÙ IMPEGNO UE, BENE GOVERNO

Mattarella auspica un impegno dell’Europa sulla crescita economica. «Al consolidamento finanziario si accompagni una robusta iniziativa di crescita da alimentare a livello europeo. Nel corso del semestre di presidenza dell’Unione Europea il governo ha opportunamente perseguito questa strategia».

INDIGNAZIONE È VOGLIA CAMBIAMENTO MA NON BASTA

Il nuovo capo dello Stato giudica un «elemento di novità e cambiamento» la presenza di molti giovani e donne in Parlamento, un «risultato prezioso» che, però «la politica stessa a volte finisce per oscurare dietro alle polemiche». Mattarella ricorda che «i giovani parlamentari sono la speranza dei loro coetanei»: ai giovani deputati chiede di non limitarsi all’ indignazione (che pure manifesta «voglia di cambiamento») ma di «dare un contributo positivo al nostro essere comunità nazionale».  

VIVERE LA COSTITUZIONE

 «Il presidente della Repubblica è garante della Costituzione. La garanzia più forte della nostra Costituzione consiste, peraltro, nella sua applicazione. Nel viverla giorno per giorno». Dunque garantire la Costituzione, spiega, significa garantire il diritto allo studio, il diritto al lavoro, difendere i diritti dei malati, far sì che si possa ottenere giustizia in tempi rapidi, fermare le violenze alle donne e le discriminazioni, sostenere la famiglia.  

IL CANCRO DELLA MAFIA E DELLA CORRUZIONE

La lotta alla corruzione e alla mafia sono «priorità assolute». La corruzione «ha raggiunto un livello inaccettabile», «divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini», «favorisce le consorterie e penalizza gli onesti sottraendo risorse ai cittadini». C’è poi una «allarmante diffusione della mafia, un cancro pervasivo che distrugge le speranze». E cita come “eroi” della lotta alla mafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.  

LOTTA AL TERRORISMO, MA NO A GUERRA RELIGIONE

Contro le minacce globali, dice il capo dello Stato, «servono risposte globali», non ci si può chiudere «dentro il fortino degli Stati nazionali». «Va condannato e combattuto chi strumentalizza a fini di dominio il proprio credo, violando il diritto fondamentale alla libertà religiosa. Considerare la sfida terribile del terrorismo fondamentalista nell’ottica dello scontro tra religioni sarebbe un grave errore».  

IL RICORDO DI STEFANO TACHÈ

«Il nostro Paese – dice Mattarella – ha pagato più volte in un passato non troppo lontano il prezzo dell’odio e dell’intolleranza. Voglio ricordare un solo nome: Stefano Tachè, rimasto ucciso nel vile attacco terroristico alla Sinagoga di Roma nell’ottobre 1982. Aveva solo due anni. Era un nostro bambino, un bambino italiano».  

SU IMMIGRAZIONE ITALIA STA FACENDO SUA PARTE

«Milioni di individui e famiglie in fuga dalle proprie case che cercano salvezza e futuro proprio nell’Europa del diritto e della democrazia. È questa un’emergenza umanitaria, grave e dolorosa, che deve vedere l’Unione Europea più attenta, impegnata e solidale. L’Italia ha fatto e sta facendo bene la sua parte e siamo grati a tutti i nostri operatori, ai vari livelli, per l’impegno generoso con cui fronteggiano questo drammatico esodo».  

FAR TORNARE I MARÒ

«Occorre continuare a dispiegare il massimo impegno affinché la delicata vicenda dei due nostri fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trovi al più presto una conclusione positiva con il loro definitivo ritorno in patria».  

Applausi, maxischermi e orgoglio siciliano

Come detto, il discorso del presidente al Parlamento è stato tante volte interrotto dagli appalusi, ma appalusi sono arrivati anche da Palermo dove le parole di Mattarella riecheggiavano dal maxi schermo allestito nell’ex convento dei Teatini di Palermo, sede della facoltà di Giurisprudenza, dove il rettore Roberto Lagalla, il presidente del dipartimento di Scienze giuridiche Giuseppe Verde, i vecchi allievi e colleghi di Mattarella, la comunità accademica hanno esguito in diretta la cerimonia senza nascondare la loro soddisfazione e il loro orgoglio. Appalusi e commozione anche da parte dei tanti studenti intervenuti. Il rettore dell’Ateneo di Palermo Roberto Lagalla, parlando con i giornalisti, ha spiegato: «Per noi è motivo di orgoglio che un nostro docente ed un palermitano con la schiena dritta ascenda alla massima magistratura – ha aggiunto -. Ecco il perchè abbiamo allestito questo maxischermo per creare un ponte ideale tra la cerimonia a Roma e la soddisfazione di Palermo».  

Maxischermo pure a Castellammare del Golfo, il Comune trapanese di cui è originaria la famiglia del nuovo capo dello Stato. «È stato emozionante”, ha commentato il sindaco, Nicola Coppola, che ha apprezzato il discorso di «alto profilo” pronunciato da MattarellaCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA