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Gela, indagine ambientale della Procura: sequestrati due impianti della raffineria

Di Redazione |

GELA (CALTANISSETTA) – La Procura ha disposto il sequestro degli impianti per il trattamento dell’acqua di falda ed il trattamento di acqua di scarico già gestiti dalla Raffineria di Gela la cui gestione è passata ora alla Syndial.

Si tratta di una indagine “finalizzata a monitorare l’eventuale contaminazione della falda acquifera del polo industriale inserito tra i Siti di Interesse Nazionale e verificare lo stato di avanzamento dei progetti di bonifica già approvati.

L’attività di indagine si colloca in continuità con altre complesse indagini in materia ambientale che hanno già portato al sequestro di alcune vasche ubicate all’interno dell’area delle vecchie discariche dell’isola 32.

Le indagini, coordinate dalla Procura, sono effettuate dalla Capitaneria di Porto e dalla Commissariato di Polizia.

La posizione dell’azienda. In merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa, Eni conferma che in data 3 aprile 2019 gli impianti Tar (Trattamento Acque di Falda) e Tas (Trattamento Acque di Scarico) sono stati posti sotto sequestro dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela al fine di eseguire degli accertamenti tecnici agli impianti e ad alcuni piezometri all’interno del sito industriale di Gela preservando la facoltà d’uso, ovvero l’esercizio degli impianti. Gli stessi impianti sono stati recentemente dissequestrati.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA