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La “lezione” di Francesco che impastando riso e affetti rimargina le ferite dell’ anima

Di Nino Arena |

«Perché – ha spiegato la sua professoressa di Italiano, Antonella Neri al comitato del premio – all’inizio dello scorso anno scolastico è morta la mamma di una mia alunna. La classe ha cercato di confortarla, la le mancavano la sua mamma e le sue merende, a scuola non toccava cibo e dimagriva visibilmente». La docente, d’accordo con le colleghe e la preside Gisella Barbagallo, ha praticamente trasformare la ricreazione in un momento di condivisione, al quale hanno partecipato anche le famiglie della classe. «Tutti – racconta la prof.ssa Neri – preparavano dolci per i loro figli e per la loro compagnetta». «A me – aggiunge Francesco – piace cucinare e allora ho avvicinato Perla e le ho chiesto cosa le piace. Mi ha risposto “gli arancini, ma caldi” e ho deciso di cucinarli e per farglieli mangiare caldi ho preso a cucinarli di mattina, prima di andare a scuola».

Una classe, insomma, che non è acqua, semmai è fatta anche di arancini e torte, che hanno aiutato la piccola Perla a ritrovare, poco per volta, la fiducia nella vita, le hanno restituito la certezza di trovarsi al centro di un mondo di affetti e lo stupore di essere ancora coccolata.

Un mondo buono, insomma, di una bontà sincera che nemmeno tutti i mulini bianchi del mondo… Buono e puro come può esserlo l’animo di un ragazzo che si affaccia alla vita e la accarezza senza retropensieri. «Per me – dice Francesco – essere buono è fare ciò che si può fare per aiutare chi sta male». Un mondo buono, per l’appunto, coltivato in famiglia ancor prima che tra i banchi. «Mio marito Salvatore e io – chiarisce la mamma Maria Concetta Spagnolo – cerchiamo di educare i nostri figli a realizzare i loro sogni e aiutare gli altri. Lo abbiamo fatto con la più grande e con Francesco, così sarà con il piccolo di appena due anni.

«Ai miei figli – continua la signora – prospetto la vita come un muro alto, che devono saper scalare e per farlo hanno bisogno di una scala, ma devono salire un gradino dopo l’altro. Non posso pretendere dai miei figli che ci riescano subito, ma devono imparare a cercare dentro di loro la forza per scalare quel muro. Rispettando gli altri, ma anche raggiungendo i loro obbiettivi». «Da grande – le fa eco Francesco, confermando quel senso di unità che respira in casa – voglio fare il commercialista; come mio padre». Una professione che, almeno all’apparenza, sembra fare a pugni con quel mondo buono che Francesco incarna. Ma questo può essere l’inganno di uno sguardo rigido, perché alla fine è ognuno di noi a dare significato a ciò che fa e Francesco lo sa per certo: «Mio padre è una persona buona… in famiglia cerchiamo di esserlo tutti». Un orizzonte che non è possibile incorniciare dentro i muri di casa Simonti, ma si estende anche a un altro importantissimo “agente educativo”. «La scuola – sostiene la professoressa Neri – deve educare alla solidarietà, aiutare a costruire rapporti di amicizia e rispetto, coltivarli al di là dell’allegria e delle marachelle. «Il percorso – prosegue – non è univoco: voglio dire che non sono solo i ragazzi a imparare dagli insegnanti, ma anche noi apprendiamo da loro e questa classe ha insegnato tanto a tutti noi. Ventiquattro ragazzini meravigliosi che nel frattempo sono diventati ventisette».

«Non una storia incredibile – ha scritto la professoressa Neri nella lettera inviata al comitato – ma nella sua semplice dimostrazione d’affetto mi sembrava doveroso segnalarla, per ricordare agli adulti che gli adolescenti del Terzo millennio non sono bulli o, peggio, indifferenti». Né, aggiungiamo, narcotizzati nei loro sentimenti dall’uso di quelle protesi emotive che sono Pc e smartphone. «Quando sono annoiato – dice Francesco a questo proposito – mi capita di fare un giro su Facebook, ma non sempre ho il tempo perché oltre a cucinare suono la tromba, vado in palestra e tengo anche mio fratellino». Sembra strano, eppure basta guardarsi intorno per ri-scoprire che esiste un mondo che senza clamore, senza “postarsi” sui social per acquistare crediti extrascolastici, impasta con semplicità riso e affetti. Grazie Francesco.

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