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Riforma Urbanistica in Sicilia, una rivoluzione da saper gestire

Di Paolo La Greca |

Il 6 agosto del 2020 è per la Sicilia un “Albo signanda lapillo dies”, uno di quei giorni da ricordare poiché si è innovata, nel profondo, la legislazione urbanistica regionale. L’Ars ha esitato la nuova Legge Urbanistica, già licenziata all’unanimità dalla IV Commissione legislativa. A oltre 40 anni dalla 71/1978, questa legge costituisce una profonda innovazione che finalmente prova ad allineare la pianificazione urbanistica e territoriale alle normative più avanzate delle altre regioni italiane, mettendo altresì a frutto la lunga esperienza accumulata dall’Assessorato competente in questo quarantennio.

La 71/78, nonostante gli innumerevoli adeguamenti, era una legge datata e non rispondeva più alle esigenze di una pianificazione moderna, attenta ai bisogni di una regione complessa come la Sicilia che necessita di un governo del territorio orientato alla sostenibilità dello sviluppo, e all’equità nell’accesso alle risorse per il suo riequilibrio e per la rigenerazione urbana.

La nuova legge si prefigge prioritariamente l’obiettivo dell’efficacia e dell’efficienza di un sistema di pianificazione, nella convinzione che esso sia indispensabile per contribuire alla ripartenza con un nuovo progetto di sviluppo della regione. Non abbiamo letto ancora letto il testo approvato in Aula ma, da anticipazioni, sembra che esso risenta della fatica dei legislatori nel comporre unitariamente la molteplicità dei disegni di legge presentati insieme al doveroso ascolto dei diversi portatori di interessi istituzionali.

Ci sembra, tuttavia, che ciò non abbia fatto smarrire i contenuti essenziali che la proposta esitata dall’assessorato Territorio e Ambiente e trasmessa dalla Giunta Musumeci all’Assemblea Regionale aveva rappresentato con forza.

* Presidente del Centro Nazionale di Studi Urbanistici

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