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Coronavirus, a Palermo famiglie allo stremo: «Abbiamo fame»

Di Redazione |

PALERMO – «Solo a Palermo sono oltre 2.500 le richieste di aiuto già pervenute, famiglie allo stremo. «Abbiamo fame, dateci qualcosa da mangiare chiedono in numero sempre maggiore». Gabriella Lipani, direttore dell’Associazione Banco Alimentare, non nasconde di essere preoccupata. La sua Onlus, assieme a Caritas diocesana e Banco delle Opere di carità, che il Comune di Palermo ha chiamato per fare fronte a quella che è ormai una vera e propria emergenza parallela a quella sanitaria: la necessità di fornire generi alimentari ai più bisognosi. Una platea di famiglie disperate, i cui componenti sono per lo più disoccupati o lavoratori in nero, che non è più in grado di fare la spesa. E la situazione rischia di degenerare, come dimostra il tentativo di saccheggio a un supermercato avvenuto ieri da parte di un gruppo di persone che ha riempito i carrelli e ha tentato di fuggire senza pagare. Un episodio che ha convinto le forze dell’ordine a presidiare Centri commerciali e supermarket per impedire nuovi assalti. Il Comune, attraverso le circoscrizioni e i servizi sociali territoriali, ha attivato il sistema di assistenza alimentare. “Con il Banco delle Opere di carità ci siamo divisi le otto circoscrizioni della città – aggiunge Gabriella Lipani – riceviamo gli elenchi delle famiglie da assistere e nei limiti delle nostre possibilità cerchiamo di dare una risposta, attraverso le strutture del territorio a cui ci appoggiamo. E’ chiaro però che non possiamo risolvere tutti i problemi».

Una corsa alla solidarietà che vede il contributo di numerosi cittadini, che hanno aderito all’iniziativa del carrello sospeso» con generi alimentari da distribuire agli indigenti, ma anche di imprenditori e commercianti. «Tanti ristoratori che hanno dovuto chiudere ci hanno donato le loro scorte – spiegano Pietro Maugeri e Domenico Messina, rispettivamente presidente e direttore del Banco Alimentare della Sicilia orientale -. L’emergenza non può fermare la solidarietà, per questo abbiamo chiesto che l’attività di distribuzione alimentare a chi ha bisogno possa rientrare tra quelle di prima necessità, in modo da muoverci sempre nel rispetto delle regole». La Caritas diocesana, invece, si occupa soprattutto di senzatetto, migranti e persone con maggiori fragilità come spiega il vice direttore Don Sergio Ciresi. «Forniamo sostegno alle mense in città dedicate agli ultimi e ai dormitori per i senza dimora gestiti da Caritas, attraverso la coop sociale “la Panormitana”, e a quelli di istituto valdese e Opera don Calabria. Ci occupiamo inoltre, in collaborazione con la Croce rossa, delle persone in quarantena».

Anche la missione Speranza e Carità fondata dal missionario laico Biagio Conte, dove sono ospitati centinaia di indigenti e migranti, deve fare i conti con le richieste sempre crescenti e con la mancanza di posti. «Ma abbiamo tante persone che bussano alle nostre porte per chiedere un tetto e del cibo», dicono dalla Missione. «Sappiamo che il Comune si sta prodigando per aprire dei luoghi di prima accoglienza per fronteggiare questa emergenza virus. Siamo disponibili a dare una mano in queste nuove strutture con i nostri volontari». La solidarietà, insomma, non va in quarantena. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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