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Vilipendio, per sindaco De Luca chiesta autorizzazione a procedere

Di Redazione |

Messina – La Procura di Messina ha chiesto l’autorizzazione a procedere al ministro della Giustizia a carico del sindaco della Città dello Stretto, Cateno De Luca, per il reato di vilipendio previsto dall’articolo 290 del codice penale. De Luca era stato iscritto nel registro degli indagati dopo la denuncia del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

Per questo genere di reati, perchè si possa poi esercitare l’azione penale attraverso la richiesta di rinvio a giudizio o di emissione di decreto penale di condanna, è necessaria l’autorizzazione del Guardasigilli. Il reato previsto dall’articolo 290 codice penale punisce, con la multa da 1000 a 5000 euro, chiunque pubblicamente vilipende la Repubblica, le Assemblee legislative o una di queste, ovvero il Governo o la Corte costituzionale o l’ordine giudiziario.

«Invito il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ad autorizzare la Procura a procedere nei miei confronti. Questo è un processo che desidero affrontare, in considerazione di ciò che definisco, per quello che si è generato in Italia, un crimine di Stato». A supporto di tali affermazioni, in tribunale porteremo tutta la documentazione, per dimostrare che ciò con cui dobbiamo fare i conti, non è solo contro il Coronavirus, ma anche le nefaste conseguenze della malaburocrazia e della politica dei principianti allo sbaraglio». Così afferma il Sindaco di Messina, Cateno De Luca, commentando la richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti. De Luca ricorda che l’iniziale denuncia del Ministro dell’Interno è scattata a seguito delle sue affermazioni durante l’occupazione del Porto di Messina del 23 Marzo scorso, quando mandò ‘a quel paesè il Viminale, denunciando un “depistaggio di Stato”. Una accusa legata alle contestazione da parte del ministero dei dati sul flusso incontrollato sullo Stretto di persone in attesa di imbarcarsi per la Sicilia. Dati comprovati, secondo il sindaco, da immagini e video. De Luca a sostegno della sua tesi sottolinea anche che nel corso dei controlli durante il suo contestato presidio nella zona portuale di Rada San Francesco, le forze dell’ordine denunciarono 10 soggetti per irregolarità delle dichiarazioni.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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