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Coronavirus gioca a nascondino «Ora tende a restare nel corpo umano»

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Prof. Cacopardo cosa può dirci del positivo proveniente dalla Oncologia?

«Si tratta di un nuovo caso, ma siamo molto soddisfatti per come l’epidemia sta evolvendo in città. Noi al Garibaldi abbiamo solo 5 ricoveri e nessuno in rianimazione».

Ma questo caso vi preoccupa visto che si è sviluppato in ospedale?

«No. Per fortuna abbiamo una organizzazione capillare con i nostri laboratori di analisi che sono molto attrezzati e preparati. Sono stati fatti subito i tamponi a tappeto e nessuno è risultato contagiato. Il caso è emerso per caso, grazie a una intuizione del dott. radiologo Magnano di San Lio. Il paziente era andato a fare una tac per la sua patologia oncologica. Il radiologo, però, ha individuato una polmonite interstiziale. Per cui il medico ha avanzato più di un sospetto mettendo in guardia tutto l’ospedale. E’ stato fatto un primo tampone risultato negativo. Abbiamo ripetuto a distanza di ore il tampone, ma anche questo è risultato negativo. Ma il test sierologico ha riscontrato nel soggetto gli anticorpi. Infine alla terza ripetizione del tampone il malato è risultato positivo, per cui lo abbiamo trasferito in Malattie infettive».

In effetti sembra impossibile controllare questi casi…

«Non è facile. Inoltre la questione ruota intorno alle modalità con cui si fanno i tamponi, perché per evitare falsi negativi il tampone va sfregato con una tecnica ben precisa dentro la mucosa del naso. In questo caso le probabilità di risultati idonei passano dal 65% del primo tampone al 94% del terzo tampone. Quello che è importante, quindi, è una buona esecuzione del tampone. Al Garibaldi la direzione ha deciso l’avvio di corsi di addestramento per il personale condotti da noi infettivologi e dagli otorini. I falsi negativi sono un problema che dobbiamo risolvere e dobbiamo stare attenti anche agli asintomatici, che non sarebbero pochi, oltre alle aree grigie degli ospedali dove poter collocare i soggetti sospetti. Ma oggi aquello che è più importante è la battaglia sul territorio che sarà fondamentale per battere definitivamente il virus».

Il paziente oncologico come sta?

« Discretamente e la polmonite sembra in miglioramento».

Il calo di ricoveri lei come se lo spiega? E sa che a livello nazionale c’è un aspro dibattito tra chi sostiene che il virus è ormai in fuga e debole e altri che dicono di non abbassare la guardia?

«Guardi ci sono due spiegazioni. Innanzitutto ormai gli ospedali riescono a gestire con maggiore attenzione i casi e sappiamo agire più precocemente con la gestione della ossigenoterapia non in senso invasivo che consente di non intubare il paziente. Inoltre utilizziamo il cortisone a dosi adeguate, il Toceluzumab, l’eparina, il Rendesivir… Insomma abbiamo a nostro favore dei farmaci che oggi fanno effetto. Il secondo discorso è più delicato, ma altrettanto importante, anche se misterioso. La domanda che circola oggi è se il virus è mutato o no e in senso benevolo. Ora nella recente letteratura scientifica non c’è un solo articolo che propende e documenta una mutazione benevola del Covid. Possiamo quindi ipotizzare un cambiamento ma non ne abbiamo certezza. Ma una cosa che può accadere è che tutti i coronavirus cercano ad un certo punto ad adattarsi all’ospite e a non ucciderlo. Quindi i coronavirus tendono a diventare da epidemici a endemici. E questo potrebbe far capire i numeri di Catania e della Sicilia».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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