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Palermo, si facevano sfregiare (anche) il viso

Palermo, si facevano sfregiare (anche) il viso per avere risarcimento da assicurazione

Dieci in manette, tra essi falso pentito strage Via d'Amelio VIDEO

Di Redazione |

Per avere un risarcimento dalle compagnie di assicurazione si facevano sfregiare in viso con vetri di bottiglia, o si facevano dare martellate sulle braccia e sulle gambe.

È uno dei retroscena che emerge dall’operazione della Dia di Palermo che all’alba di oggi ha arrestato dieci persone, tra cui l’ex collaboratore di giustizia Salvatore Candura. Secondo gli investigatori sarebbe proprio l’ex pentito la ‘mentè della truffa alle assicurazioni. “Una bruttissima associazione per delinquere finalizzata alla truffa alle compagnie assicurative – dice il Procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi – La cosa inverosimile è che facevano ricorso a persone provenienti da ambienti degradati della società e si sono prestati a farsi sfregiare il volto con”.

Non solo. C’era pure chi “si faceva prendere a martellate sugli arti – dice ancora Lo Voi – In un caso, visto che la ferita non era abbastanza larga è stata allargata ulteriormente con le mani”. Alcune delle vittime si trasformavano “poi in procacciatori – dice ancora Lo Voi – è un giro che, seppure al momento limitato a dodici episodi documentati, abbiamo motivo di pensare che sia molto più largo”. “Un’aberrazione del genere non si era mai vista – dice il Procuratore capo di Palermo – Coloro che si facevano sfregiare si facevano pagare con somme irrisorie”.

Gli organizzatori andavano in “zone dove non c’erano telecamere e poi grazie agli sfregi e alle lesioni, in qualche caso con effetti permanenti, sfregi al volto, fratture provocate volontariamente, dicevano che erano incidente stradali mai verificatesi”, dice ancora il Procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi. In un caso, una donna incinta al terzo mese, si è fatta sfregaire con un coccio di bottiglia il viso per truffare l’asscurazione. “Accompagnavano il tutto con il referto di lesioni esistenti ma procurate a martellate o con cocci di bottiglie vetro in faccia”, dice il capo della Dia di Palermo Riccardo Sciuto.

“Ciò che mi ha più colpito in questa vicenda – dice il Procuratore aggiunto Salvatore De Luca – e che lascia amareggiati è uno spaccato di miseria e di degrado che alcuni di noi pensavano fosse relegato a certe zone del terzo mondo”. (Ter/AdnKronos) ISSN 2465 – 1222

I palermitani colpiti dal provvedimento restrittivo sono Maurizio Furitano di 46 anni, Pietro Carollo di 57 anni, Francesco La Mattina do 23 anni, Michele Todaro di 25 anni, Davide Scafidi di 34 anni, mentre i campani sono Luigi D’Onofrio di 45 anni, Anna Campagna di 35 anni e Luciano Rinaldi di 44 anni. L’indagine trae spunto da una denuncia sporta dall’ex pentito Salvatore Candura, anche lui tra gli arrestati, che aveva denunciato di avere ricevuto delle minacce a seguito della sua collaborazione con l’autorità giudiziaria. Da accurati accertamenti è emerso invece, come spiega anche Riccardo Sciuto, capocentro della Dia di Palermo, “come lo stesso fosse il regista delle truffe alle assicurazioni e il punto di riferimento del gruppo, nell’ambito del quale si era imposto per la spregiudicatezza e per la sua capacità di organizzare, dirigete un complesso e collaudato sistema attraverso finti sinistri”. Ogni sinistri fruttava all’organizzazione in media dai 20 ai 30 mila euro, mentre la stima complessiva è di svariate centinaia di migliaia di euro “non considerando i costi sostenuti dal Servizio sanitario nazionale per le cure da prestare alle persone coinvolte”.

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