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Finisce l’odissea dell’Aquarius, la nave attraccherà a Valencia

Di Redazione |

CATANIA –  Finirà a breve l’odissea della nave Aquarius costretta, con a bordo 629 migranti soccorsi nelle ultime ore, a vagare nel Mediterraneo senza un porto dove approdare: il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha infatti annunciato che il suo Paese permetterà all’imbarcazione della Ong di attraccare a Valencia. Malta intanto cerca di ricucire lo strappo che ieri si è consumato con l’Italia dopo che il governo de La Valletta ha risposto “no” alla richiesta di Roma di accogliere in porto – in quanto più vicino «luogo sicuro» – l’Aquarius, che il ministro Salvini non ha autorizzato a sbarcare in Italia.

A Catania per ritirare premio Internazionale “Virdimura”, il presidente maltese Marie-Louise Coleiro Preca oggi sottolinea che «Italia e Malta sono due stati confinanti dell’Europa e devono lavorare insieme sui flussi migratori e non fare polemiche tra di loro. Siamo Paesi uniti e continuiamo ad essere uniti. Questo è un impegno non soltanto della politica, ma anche di tutti i cittadini maltesi e italiani». «Particolarmente in questo momento – aggiunge il presidente della Repubblica di Malta -, urge il bisogno di sentimenti di solidale umanità e di valori umanitari diretti al sostegno dei diritti universali e delle libertà fondamentali dell’uomo che dovrebbero essere alla base di ogni democrazia».

Intanto la situazione a bordo dell’Aquarius «è stabile», aveva scritto stamattina in un tweet Medici Senza frontiere, sottolineando però che gli «inutili ritardi» allo sbarco dei migranti «stanno mettendo a rischio le persone vulnerabili»: in particolare di 7 donne incinte e 15 persone ustionate, oltre a parecchi migranti con sintomi di ipotermia.

Appelli a Italia e Malta sono giunti dall’Ue e dall’Onu. «Per la Commissione Ue – aveva detto la portavoce Margaritis Schinas – c’è prima l’imperativo umanitario, stiamo parlando di persone. La priorità è che maltesi e italiani permettano» a nave Aquarius di sbarcare e ai migranti di ricevere le cure necessarie velocemente» del caso. Dal canto suo, la portavoce della Commissione Ue per la Migrazione, Natasha Bertaud, affermava di essere «in contatto con le autorità italiane e maltesi» e che «quello che la Commissione Ue può continuare a fare» nel caso della nave Aquarius carica di migranti «è investire tutto il suo peso diplomatico per trovare una soluzione veloce alla questione». Anche l’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, si era rivolta ai «governi coinvolti affinché consentano lo sbarco immediato di centinaia di persone bloccate nel Mediterraneo da sabato: è un imperativo umanitario, le persone sono in difficoltà, stanno esaurendo le scorte e hanno bisogno rapidamente di aiuto». «Questioni più ampie come quella su chi è responsabile e competente – aveva concluso l’agenzia Onu – dovrebbero essere esaminate solo dopo».

Sulla vicenda è intervenuta anche la cancelleria tedesca. «Facciamo un appello a tutte le parti affinché vengano incontro alle proprie responsabilità umanitarie», aveva detto il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert. Mentre il segretario di stato all’Asilo belga, Theo Francken, su Twitter ha scritto: «Se l’Italia continua a dire “non lo facciamo, basta così”, e nemmeno Malta» lo vuole fare «ci dovrà essere una soluzione con un campo per i profughi in Nord Africa». 

Quanto all’Italia, il premier Conti aveva sapere di essere «in costante contatto telefonico» per seguire gli sviluppi del caso, mentre il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, intervistato a Rainews 24, aveva lasciato presagire una soluzione affermando «penso e spero che ci vogliano poche ore» in merito a quali potrebbero essere i tempi per una «decisione definitiva» sulla nave. Toninelli inoltre aveva ribadito che «non è più possibile che l’Italia sia lasciata da sola» e assicurato che «le condizioni di salute a bordo dell’Aquarius sono buone» e che «ovviamente possiamo intervenire velocemente»

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