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Regione: gli incarichi illeciti alla Monterosso, a giudizio Lombardo, Crocetta e 12 ex assessori

Di Mario Barresi |

Catania. Una stangata da quasi un milione di euro. Suddiviso, in base alle presunte responsabilità, fra due ex governatori (Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta) e 12 assessori delle loro giunte. Il fil rouge del danno erariale stimato dalla Corte dei conti regionale lega più di un lustro della recente storia politica siciliana. Con un elemento unificante: Patrizia Monterosso. La sua nomina a segretario generale della Regione del 2012 è «illecita», così come la conferma (con un nuovo contratto nel 2016) nel ruolo apicale della burocrazia.

Questa è la tesi del procuratore regionale della Corte dei conti, Gianluca Albo, che ha disposto la citazione in giudizio per i 14 ex amministratori regionali (con Lombardo gli ex assessori Alessandro Aricò, Accursio Gallo, Beppe Spampinato, Daniele Tranchida, Amleto Trigilio, Marco Venturi; con Crocetta anche Mariella Lo Bello, Vania Contrafatto, Giovanni Pistorio, Bruno Marziano, Baldo Gucciardi e Luisa Lantieri) ai quali chiede il pagamento di 893.942 euro in favore della Regione Siciliana. I 14 ex amministratori dovranno comparire il 20 marzo 2019, alle 9,30, davanti alla Corte dei conti.

Il procedimento ha origine da «varie segnalazioni» e soprattutto da una «articolata denuncia» del Di.R.Si., il sindacato dei dirigenti regionali. Nell’atto di citazione il procuratore Albo argomenta l’«evidente fondatezza» dell’esposto, «agevolmente constatabile da una serena lettura della normativa di riferimento». Ovvero la “legge Brunetta” (che vincola la nomina di un soggetto esterno alla Pubblica amministrazione all’assenza di «professionalità equivalenti» nei ruoli interni), della quale le giunte di Lombardo e di Crocetta avrebbero operato una «rimozione».

Il “peccato originale” è la prima nomina targata Lombardo. Nelle premesse della delibera di giunta n. 248 del 13 luglio 2012, definite «prolisse e ripetitive», vengono indicati i requisiti richiesti e «una sorta di verifica per rinvenire tra i dipendenti in servizio la professionalità corrispondente al profilo ricercato». Il procuratore “smonta” questa impostazione. Il conferimento di incarico «non solo è illecito per la omessa verifica legale della sussistenza tra i ruoli dell’amministrazione della professionalità richiesta per ricoprire l’incarico, ma anche perché il soggetto esterno individuato per ricoprire l’incarico di Segretario Generale non ne aveva i requisiti, circostanza anche quest’ultima trasgressiva dei principi di economicità e sana gestione finanziaria e come tale dotata di autonoma lesività erariale». Per dimostrare l’assenza dei requisiti il procuratore cita, traendola proprio dalle premesse dell’atto di nomina, una precedente revoca (del 2010) di Monterosso dal ruolo di dirigente generale del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale per «carenza di requisiti».

Ma nella nomina di Lombardo si parla di «particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica, non disgiunta da comprovata esperienza degli apparati istituzionali regionali, nazionali e comunitari» dell’interessata, «in base alla formazione universitaria, lavoro a tempo indeterminato presso il Miur». Del curriculum di Monterosso il procuratore cita la laurea e il dottorato di ricerca in Filosofia (con la dissertazione finale dal titolo “L’esigenza di una comune gnoseologia in filosofie eterogenee: Adorno e Progogine”) e il successivo assegno per una ricerca su “La teoria della complessità negli aspetti etico-sociologici della problematica uomo-ambiente”. Scrive Albo: «Non si dubita sul valore tecnico di settore di tali elaborati, ma, altresì, indubbia risulta l’oggettiva non inerenza di siffatti elaborati con il settore tecnico-amministrativo dell’incarico di riferimento». Per il magistrato contabile appare «ancor meno comprensibile la valorizzazione dell’assunzione a tempo indeterminato presso il Miur nel ruolo di docente di scuola primaria (maestra elementare)». Il procuratore lo ritiene un «incarico di grande rilevanza sociale ma all’evidenza sprovvisto di elementi valorizzabili nella scelta dell’incarico apicale tra tutti i dirigenti della Regione».

Per questo arriva la citazione per 680.940,07 euro di danni: la metà a carico di Lombardo, l’altra in quota parte (56.745 euro) per ognuno dei sei assessori che firmarono la nomina.

A fine 2012 viene eletto Crocetta. Che, in base alla legge sullo spoil system ha 90 giorni di tempo per confermare o revocare i vertici burocratici. Il 5 febbraio 2013, con delibera n. 49, mantiene il contratto quadriennale stipulato nel 2012 a Monterosso. Contrariamente a quanto sostenuto dal pm nell’invito a dedurre del 5 dicembre 2017, viene condivisa la «insensibilità causale» dell’atto. Con conseguente «non imputabilità» di chi lo firmò: oltre al governatore, gli allora assessori Ester Bonafede, Nino Bartolotta, Lucia Borsellino, Dario Cartabellotta, Mariella Lo Bello, Nicolò Marino e Patrizia Valenti.

Ma nel 2016 l’incarico di segretario generale arriva a scadenza. Ed è sempre Crocetta, con una giunta diversa dopo i numerosi rimpasti, a nominare Monterosso per altri 5 anni con delibera n. 231 del 30 giugno 2016. Un atto «illecito», tanto quanto quello di quattro anni prima, «per la omessa trasparente verifica della sussistenza tra i ruoli dell’amministrazione della professionalità richiesta per ricoprire l’incarico», ma anche perché «il soggetto esterno individuato non aveva i requisti». Ma nel frattempo Monterosso aveva ricoperto a lungo un ruolo apicale. Albo precisa però che «né logicamente, né giuridicamente» si può ipotizzare una «sanatoria», poiché la funzione era stata assunta comunque «in carenza dei requisiti richiesti». Nel quadriennio, annota il procuratore, «non risulta l’avvento di titoli culturali e/o professionali valorizzabili in favore di Monterosso, «tale non potendosi ritenere, quanto meno ad avviso di questa Procura Regionale, l’intervento di una condanna per colpa grave (…) ad euro 1.279.007,04 euro per danno erariale commesso nella qualità di Dirigente Generale della formazione professionale in pregiudizio della Regione». Nel processo penale (con rito abbreviato) sugli extra-budget Monterosso è stata assolta lo scorso febbraio «perché il fatto non sussiste».

Per il contratto-bis a Monterosso viene stimato un danno erariale di 213.001,88 euro, il 50% dei quali contestato a Crocetta e il resto suddiviso (17.750,15 euro a testa) fra i sei assessori che firmarono la delibera.

Oggi Patrizia Monterosso, non confermata al vertice di Palazzo d’Orléans da Nello Musumeci, è direttore generale della Fondazione Federico II, all’Ars.

Twitter: @MarioBarresi

Le richieste di danni nel dettaglio

Raffaele Loombardo

340.470,03

Alessandro Aricò

56.745,00

Accursio Gallo

56.745,00

Beppe Spampinato

56.745,00

Daniele Tranchida

56.745,00

Amleto Trigilio

56.745,00

Marco Venturi

56.745,00

Rosario Crocetta

106.500,94

Mariella Lo Bello

17.750,15

Vania Contrafatto

17.750,15

Giovanni Pistorio

17.750,15

Bruno Marziano

17.750,15

Baldo Gucciardi

17.750,15

Luisa Lantieri

17.750,15COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA