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Ambulanza della morte a Biancavilla, la difesa: in aula gli inviati delle Iene

Di Redazione |

CATANIA – L’ammissione come parti civili di familiari delle vittime e di rappresentanti di associazioni legali e di cittadini, oltre alla costituzione delle liste dei testimoni, ha caratterizzato la prima udienza del processo davanti la prima Corte d’assise di Catania per omicidio aggravato e estorsione aggravata dal metodo mafioso scaturito dall’inchiesta sulla cosiddetta “ambulanza della morte” di Biancavilla. Imputato è il barelliere Davide Garofalo, 33 anni, accusato di avere ucciso, tra il 2014 e il 2016, tre persone. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 21 febbraio: in quell’udienza il Tribunale deciderà anche sulla richiesta del legale delle difesa, l’avvocato Salvo Liotta, che ha inserito tre inviati de “Le Iene” che hanno realizzato un servizio che, con la loro denuncia, ha dato via all’inchiesta e sulla trascrizione delle loro interviste.

Sarà processato per un altro decesso nell’ambito della stessa inchiesta, ma col rito abbreviato, il barelliere Agatino Scalisi: la prima udienza è fissata per il 4 aprile 2019

La tecnica, contesta la Procura di Catania, era quella di iniettare a pazienti terminali un’iniezione d’aria nelle vene, nel tragitto su ambulanze private dall’ospedale a casa, procurando il loro decesso per embolia gassosa e sostenendo che erano morti per cause naturali. Obiettivo guadagnare i 200-300 euro di “regalo” che la famiglia gli avrebbe dato per la ‘vestizionè della salma. Soldi che sarebbero stati poi divisi con i clan mafiosi di Biancavilla e Adrano. Sul caso hanno indagato i carabinieri. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA