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Così si aveva il certificato d’invalidità: mazzette, regali e viaggi a medici e funzionari

Di Redazione |

SIRACUSA – Su quel pezzo di carta, il certificato d’invalidità, avevano costruito un business ragguardevole sfruttando il desiderio di persone poco oneste che volevano usufruire di pensioni, agevolazioni, permessi e soldi pubblici pur non avendone diritto. «Un crimine contro chi soffre» ha detto l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. E ha proprio ragione. Perché c’è tanta gente che fa decine di visite alle commissioni delle Asl per avere riconosciuta una vera invalidità ma spesso viene rimandata a casa senza certificato o con percentuali d’invalidità che non permettono di ottenere assistenza e integrazione sociale.

Ma a Siracusa c’era una banda (anche se il Gip non ha riconosciuto l’associazione a delinquere) che in cambio di mazzette riusciva a far ottenere ai falsi pazienti i falsi certificati d’invalidità, un pezzo di carta che può risolvere molti problemi, anche più di quanto possa fare il reddito di cittadinanza. Ma questa banda ore è stata sgominata con l’operazione “Povero Ippocrate”: sono complessivamente 73 le persone indagate tra medici e funzionari dell’Inps e dell’Azienda sanitaria locale, accusati di redigere false certificazioni mediche per l’erogazione indebita di pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento. I medici indagati sono 17, di cui 12 dell’Asp e 5 dell’Inps, oltre al presidente della Commissione medica dell’istituto di previdenza. Il gip di Siracusa, Carmen Scapellato, ha disposto gli arresti domiciliari per il neurologo dell’Asp, Santo Cultrera, e per Rosaria Mangiafico, che gestisce un patronato. Obbligo di dimora, invece, per un altro medico, Paolo Valvo, e divieto di svolgere la professione per un anno nei confronti di altri cinque: l’infettivologo Remo Ternullo (ex sindaco di Melilli), il diabetologo Salvatore Alfano, il medico legale Gaspare Pistritto, e due medici dell’Inps, Giuseppe Fazio e Rosario Terranova.

Tra i medici coinvolti nell’operazione che avrebbe ricevuto denaro da Rosaria Mangiafico anche Antonino Zito, in passato presidente della commissione ed oggi in pensione, che per tanti anni ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale; e Biagio Saitta, ex consigliere alla Provincia regionale di Siracusa. Sono stati disposti anche sequestri per equivalente nei confronti di tutti gli indagati per un valore complessivo di circa 600mila euro. 

Tutto ruotava attorno alla figura di Rosaria Mangiafico. La donna – ha spiegato il sostituto Tommaso Pagano – «gestiva nel suo garage un ufficio, un patronato di fatto, ma che in realtà non era riconosciuto, ed aveva creato una rete che coinvolgeva membri delle commissioni Inps e Asp che garantivano un giudizio favorevole a prescindere da qualsiasi cosa. E si occupava di costruire la pratica avendo a disposizione medici specialistici pronti a fornire certificati fasulli».

Video realizzati dai carabinieri hanno documentato lo scambio di denaro, dai 100 ai 2.000 mila euro. Ma le indagini hanno accertato che per medici ci potevano essere anche regali importanti e costosi e in un caso persino un viaggio a Praga. Il tutto per attestare falsamente che una persona aveva diritto all’invalidità, anche se questa persona stava benissimo come hanno accertato le indagini e le intercettazioni. 

A volte la visita non avveniva neppure, in altri casi si realizzava una messinscena: una finta badante, una figlia che ha sedato la madre con un tranquillante o una signora che è stata costretta fare più volte le scale per stancarsi e presentari in grave affanno davanti alla commissione. Una donna è stata anche rimandata a casa a cambiarsi d’abito: troppo appariscente, meglio indossare un vestito e fazzoletto neri. 

Ma l’abito spesso non era un problema,  tanto c’erano i medici dell’Asp e dell’Inps di Siracusa addetti all’accertamento delle invalidità che attestavano di aver eseguito esami diagnostici in realtà mai effettuati, accertando patologie pur in assenza se non addirittura in contrasto con esami oggettivi. Alcuni di loro avrebbero anche esercitato il giudizio medico nell’ambito di un organismo collegiale in cui risultavano assenti tutti gli altri componenti. False certificazioni mediche, sostiene l’accusa, rilasciate nella maggior parte dei casi in cambio di denaro.

«Ci troviamo di fronte ad un sistema “compromesso” – ha detto il procuratore di Siracusa Sabrina Gambino – che riguarda la tutela della salute. Impressiona come le condotte fossero abituali. Dipendenti pubblici e dei privati che si prestano a questo “circo”». 

E l’inchiesta “Povero Ippocrate” riguarda solo sei mesi di indagine nel 2016: chissà prima e forse anche dopo quante altre false pratiche saranno state imbastite? Quei sei mesi di indagine hanno comunque portato alla contestazione di 28 pratiche di indennità. Le indagini hanno fatto seguito alla denuncia di un privato che si era sentito chiedere 2mila euro per la pensione d’invalidità. 

Un brutto colpo anche per le istituzioni coinvolte. Con che fiducia si andrà da domani davanti alla Commissione dell’Asp addetta alle certificazioni di invalidità? L’Asp prova a prendere le distanze affermando in un comunicato che «nella vicenda sembrano essere coinvolti pochi medici dipendenti dell’Azienda nei confronti dei quali si stanno avviando i procedimenti disciplinari». «Nell’assicurare la massima collaborazione alla Magistratura – aggiunge la nota a firma del direttore dell’Azienda sanitaria provinciale  di Siracusa, Lucio Ficarra, – non possiamo fare a meno di rilevare come per colpa di pochi si getta discredito sui tanti professionisti dipendenti del servizio sanitario che si prodigano onestamente per garantire il diritto alla salute dei cittadini». 

E’ questo è vero, ma è anche vero che mica saranno centinaia i medici addetti alle certificazioni d’invalidità e che maggiori controlli in questo delicato settore dovrebbero essere la norma. Ma nessuno controllava e quelli “regalavano” certificati che danno diritto a fior fior di agevolazioni, quelle della famosa legge 104 del 1992, che vanno dalla pensione ai permessi lavorativi fino ai permessi per i parenti.

«Rubare sulla invalidità è un crimine contro chi soffre e sottrae le risorse che lo Stato e la Regione destinano a persone con disabilità – ha spiegato bene l’assessore regionale Razza -. I fatti oggetto dell’indagine confermano un quadro desolante e poco importa che essi siano riferiti a un periodo risalente ad alcuni anni fa oppure che nelle scorse settimane, dopo tanto tempo, la direzione generale dell’Asp abbia opportunamente provveduto ad avviare le procedure per il rinnovo delle commissioni di invalidità». 

«Il rispetto delle garanzie individuali è un principio di civiltà giuridica – ha concluso Razza –  ma esistono responsabilità che possono essere autonomamente accertate rispetto alle quali non si deve esitare».   

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