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La mafia di Licata e i legami con politici e massoni, avviso per 21 indagati

Di Redazione |

AGRIGENTO – I pubblici ministeri della Dda di Palermo, Geri Ferrara, Claudio Camilleri e Alessia Sinatra, hanno chiuso le inchieste antimafia «Assedio» e «Halycon» che hanno disarticolato la nuova famiglia mafiosa di Licata che avrebbe pure stretto un accordo con la politica e la massoneria deviata per portare avanti i propri interessi economici e personali. Sono 21 gli indagati che hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagini e nei cui confronti si profila una richiesta di rinvio a giudizio.

I personaggi principali sono il boss Angelo Occhipinti, 65 anni, l’ex consigliere comunale, nonché geometra dell’ufficio tecnico dell’ospedale di Licata, Giuseppe Scozzari, e il funzionario della Regione Lucio Lutri. Quest’ultimo, in particolare, «grazie alle rete relazionale a sua disposizione quale Maestro venerabile della loggia massonica “Pensiero ed Azione” di Palermo, avrebbe acquisito e veicolato agli appartenenti alla famiglia mafiosa informazioni riservate circa l’esistenza di attività di indagine a loro carico» e sarebbe intervenuto per favori che avrebbero rafforzato l’organizzazione criminale. Scozzari, invece, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa come Lutri, avrebbe, «nell’esercizio delle, sue funzioni di responsabile del servizio tecnico del presidio ospedaliero di Licata, ed essendo influente funzionario dell’Asp di Agrigento, garantito corsie preferenziali per l’accesso ai servizi dell’Aspa soggetti indicati dal capomafia Occhipinti». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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