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Delitto Lucifora: il carabiniere sott’accusa fa scena muta davanti al Gip

Di Redazione |

RAGUSA – Si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del Gip del Tribunale di Ragusa, Eleonora Schininà, il carabiniere 39enne Davide Corallo, originario di Modica ma residente a Giarratana, sospeso dal servizio e in carcere dal 15 giugno per l’omicidio del cuoco Peppe Lucifora, assassinato lo scorso 10 novembre a Modica.

L’interrogatorio di garanzia è durato poco meno di mezzora, al termine del quale il Gup del tribunale di Ragusa si è riservato la decisione sul provvedimento di custodia cautelare in carcere. Ci sarebbe un movente passionale, secondo gli inquirenti, alla base dell’omicidio. Lucifora, che sarebbe stato tramortito con colpi violenti al volto, è morto per soffocamento. Il corpo senza vita del cuoco modicano fu trovato nella camera da letto di casa sua, con la porta chiusa dall’interno con la chiave, mai trovata assieme al telefonino della vittima. 

Davide Corallo ha sempre respinto l’addebito di omicidio e già nel corso dell’interrogatorio a cui è stato sottoposto il 14 febbraio, durato circa 7 ore, ha respinto ogni accusa sostenendo di essere stato nella palazzina del terzo piano di Largo 11 febbraio a Modica dove viveva Peppe Lucifora, ma oltre 15 giorni prima dell’omicidio.

Il militare aveva ammesso di avere una frequentazione con il cuoco e di avere anche avuto rapporti sessuali con lui, ma diversi giorni prima dell’omicidio. Secondo gli inquirenti, invece, gli esami dei Ris attesterebbero che le tracce biologiche rinvenute sul luogo del delitto  risalirebbero alle ore in cui è avvenuto l’evento delittuoso.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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