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Viviana e Gioele, la Tac rivela la presenza di pietre tra i resti del bimbo

Di Redazione |

C’erano delle piccole pietre tra i resti del bambino trovati nelle campagne di Caronia, che potrebbero essere utili per stabilire il luogo e il momento della sua morte. Il dato è emerso dall’analisi della Tac eseguita prima di iniziare l’autopsia, che è ancora in corso. In attesa dei primi risultati dell’esame medico legale, nell’ospedale Policlinico di Messina ci sono i familiari di Gioele: il padre Daniele Mondello, la zia Mariella e il nonno Letterio.

«Il miasma è ancora presente nell’aria. Mi chiedo come sia possibile che nessuno, non solo di coloro che si sono adoperati per le ricerche, ma anche degli abitanti del luogo, non abbia percepito questo cattivo odore. Eppure è una zona con una certa densità abitativa». Lo ha detto l’avvocato Claudio Mondello, cugino e legale di Daniele Mondello, padre di Gioele. “Anche il cadavere di Viviana era a 15-20 metri da una proprietà recintata – aggiunge – è impossibile che nessuno abbia visto, anzi sentito, alcunché». L’avvocato ipotizza che il corpo del bambino sia stato «verosimilmente trascinato nel luogo dove poi è stato ritrovato» e che «non si conosce la posizione originaria, quella in cui è morto». Sulla tesi dell’omicidio-suicidio il penalista ricorda che “la presunzione di innocenza nel nostro ordinamento deve valere per tutti». «Se ci sono elementi va bene – sottolinea -, altrimenti no. E non so se ci saranno mai questi elementi, io ne dubito». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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