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Quando negli Usa cinque siciliani furono linciati per razzismo

Di Fabio Russello |

I discendenti di cinque siciliani, originari di Cefalù, linciati per razzismo nel 1899 negli Stati Uniti si sono ritrovati nel cimitero di Vicksburg, Mississippi, per ricordare le vittime dell’eccidio. L’episodio è rievocato in una targa nella quale vengono citati i nomi delle vittime – Giuseppe, Pasquale e Francesco Di Fatta, Giovanni Cerami e Rosario Fiduccia – e richiamata la crisi diplomatica tra l’Italia e gli Stati Uniti suscitata dal linciaggio. Il caso è stato rievocato in un libro di Enrico Deaglio (“Storia vera e terribile tra Sicilia e America”) edito da Sellerio che ha offerto ai discendenti delle vittime lo spunto per ricomporre dopo 123 anni, come scrive in un messaggio il sindaco Rosario Lapunzina, la «verità dei fatti» e per restituire «dignità alle vittime del razzismo».

Con la targa nel cimitero di Vicksburg, dove i cinque linciati furono sepolti, viene anche ricostruita, aggiunge il sindaco, la memoria di «un’epoca che suddivideva l’umanità in razze, arrogandosi il diritto di classificarle, in maniera pseudo scientifica, tra quelle superiori, intelligenti, destinate a governare, e quelle ritenute antropologicamente inferiori, e quindi, da relegare come forza lavoro, al livello delle bestie». I cinque siciliani furono linciati per fatti pretestuosi. Avevano reagito all’uccisione di una loro capra perché era penetrata nel giardino di un vicino di casa.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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