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La darsena “inciampa” su 3 bitte Indaco: «Le sostituiamo tutte»

La darsena “inciampa” su 3 bitte Indaco: «Le sostituiamo tutte»

Catania, la darsena traghetti non può essere aperta al traffico commerciale per motivi di sicurezza. Le colonnine in ferro a cui saranno ancorati traghetti e grandi navi non hanno retto a prove di carico

Di Redazione |

La nuova darsena traghetti, benché ormai ultimata, non può ancora essere aperta al traffico commerciale. La struttura prospiciente al faro Biscari – che con i suoi 1.100 metri lineari di banchina che possono accogliere contemporaneamente fino a sette grandi navi consentirà di modificare il ruolo del porto avviando l’attesa apertura della città al mare – è infatti “inciampata” nel passaggio conclusivo ed essenziale per la sicurezza, ovvero il collaudo tecnico delle bitte. Si tratta delle basse colonne in ferro a forma di fungo installate sulla banchina, a cui verranno ancorate imbarcazioni di grande stazza, che di conseguenza devono poter sostenere pesanti sollecitazioni. «Quando la direzione lavori ha proceduto al collaudo – spiega il commissario straordinario dell’Autorità portuale Cosimo Indaco – tre delle cinquantatrè bitte della banchina della nuova darsena sono saltate, non reggendo alla prova di carico. In questo caso, anche nell’evenienza che una sola bitta non regga al collaudo, noi procediamo alla sostituzione di tutte, perché siamo consapevoli di dover garantire la totale sicurezza oltre a dimostrare che i soldi pubblici vengono ben spesi». Sostituzione di tutte le bitte in corso, dunque; al momento ne sono state cambiate e sottoposte a collaudo una ventina sulle totali cinquantatrè previste sulla banchina lunga poco più di un chilometro. «Una delle tre bitte che sono saltate non ha retto a un carico di cento tonnellate – aggiunge il commissario dell’Autorità portuale – e un’altra a un carico di settanta tonnellate, in ogni caso prevediamo di poter procedere tra una decina di giorni all’apertura parziale della darsena, nell’area sud della nuova darsena in cui le bitte sono già state sostituite e collaudate, dopo una riunione con Prefettura e Capitaneria di Porto su tutti gli aspetti legati alla sicurezza. Questo ci darà già la possibilità di spostare in una prima fase parte dell’attuale traffico commerciale nella darsena traghetti, che poi verrà inaugurata e completamente aperta nella seconda metà di luglio, alla presenza del ministro alle Infrastrutture Delrio che tornerà per l’occasione in città». Ma non è tutto, perché intanto procedono interventi per rendere funzionale la nuova struttura. «La questione non si limita alla sola apertura della darsena – spiega Indaco – per garantire efficienza e ordine stiamo prevedendo anche strutture e servizi quali biglietterie e una piccola stazione marittima, in quanto dalla darsena transiteranno non solo merci ma anche passeggeri, oltre ai cosiddetti “ro pax”, traghetti per auto camion e rimorchi che effettuano anche trasporto passeggeri. Abbiamo già numerose richieste di importanti armatori che sono pronti a venire a Catania, questo significa per il porto nuovi collegamenti con diverse città del nord e del sud, oltre al fatto che da un paio di settimane siamo collegati con Savona e Genova». Tra gli altri ostacoli, nella fase conclusiva dei lavori, è stato necessario il “ripescaggio” di relitti di grandi imbarcazioni affondate oltre mezzo secolo addietro. L’intervento ha consentito di garantire il “pescaggio” necessario del fondale, ovvero la profondità di tredici metri dell’intero bacino d’acqua interno alla darsena, che era invece ridotta a otto metri in presenza dei due relitti, con rischi per la sicurezza. Considerevole la stazza delle due navi che giacevano da decenni nel fondale, una delle quali di novanta metri di lunghezza, “tagliate” a pezzi e rimosse dal bacino d’acqua della nuova darsena, per un peso complessivo di circa duemila tonnellate di ferro e acciaio “ripescate” dal lungo oblio nelle acque del porto. La nuova darsena, oltre ai 1.100 metri lineari di banchina che possono accogliere contemporaneamente 6 o 7 navi di cui 3 o 4 grandi traghetti, si estende su 160mila metri quadrati di piazzale, per 190mila metri quadrati di specchio d’acqua, con un fondale profondo 13 metri, tale da poter ospitare, uno dei pochi nel Mediterraneo, le navi di grandi dimensioni con pescaggio di 11 metri.

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