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E Mozia si candida a diventare 8ª meraviglia

E Mozia si candida a diventare 8ª meraviglia

Di Isabella Di Bartolo |

L’ottava meraviglia potrebbe essere Mozia con il suo oro bianco. La festa è appena cominciata ma la Sicilia pensa già alla prossima sfida nel segno dell’Unesco. È tutto pronto per l’incontro con Palermo che, domani, vedrà le istituzioni al castello Zisa per una conferenza stampa di celebrazione del riconoscimento mondiale per il sito arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale. Ma la Regione non si ferma e propone un nuovo luogo da inserire nel novero dei gioielli “Patrimonio dell’Umanità”: Mozia. Lo conferma l’assessore regionale alle Politiche culturali, Antonio Purpura, di rientro da Bonn dove il comitato internazionale Unesco ha detto sì alla candidatura di Palermo e dei suoi tesori arabo-normanni.   «Siamo felici, certo ma anche consci della grande responsabilità di cui siamo investiti – dice Purpura – Non è stato per un noi un semplice riconoscimento o l’ottenimento di una nuova nomenclatura, ma molto di più. Il tema posto al centro della candidatura che accomuna i siti è la cultura arabo-normanna, oggi particolarmente rilevante nella geo politica del Mediterraneo. L’assessorato avrà un ruolo determinante perché coordinerà tutti i siti sui quali punteremo strategicamente per rilanciare il turismo in Sicilia per i prossimi cinque anni».   Priorità del governo regionale è, infatti, quella di dedicarsi con maggiore attenzione alla cura dei luoghi Unesco specie alla luce delle carenze rilevate in termini di gestione. «In tal senso – prosegue Purpura – abbiamo avviato un primo confronto con i rappresentanti delle amministrazioni coinvolte che concluderemo a fine mese con l’ultimo confronto incentrato su Siracusa e Pantalica, alla luce di alcune criticità emerse negli ultimi mesi».   Le criticità a cui l’assessore Purpura fa cenno sono le condizioni in cui versa la Necropoli rupestre di Pantalica, insignita del riconoscimento 10 anni fa insieme con Siracusa, dopo le ennesime segnalazioni di incuria di turisti e residenti, di cui si è più volte fatta portavoce Legambiente Sicilia. La denuncia dello scempio di immondizia tra le tombe millenarie e le discariche lungo il percorso che conduce all’area di Pantalica è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sulla scrivania dell’assessore Purpura è cresciuto, settimana dopo settimana, il dossier della mala-gestione dei 7 tesori siciliani iscritti nella World heritage list il cui comune denominatore è l’assenza di una sinergia tra enti locali e regionale.   «Il nostro intento – dice Purpura – in piena sinergia con la Fondazione Unesco Sicilia diretta da Aurelio Angelini, è colmare questa vacatio facendo comprendere ai territori che occorre mettere da parte i campanilismi. Per questa ragione, il nostro obiettivo è istituire i Comitati di gestione per ognuno dei siti Unesco al fine di avviare una strategia nuova di tutela e rilancio mettendo a regime i piani di gestione previsti dal riconoscimento ma mai attuati».   La Regione siciliana ha anche concluso, in tale contesto di rinnovamento delle politiche culturali legate al turismo, la programmazione 2014-20 inviando a Bruxelles un corposo dossier per intercettare i fondi da destinare a progetti di riqualificazione e restauro. «L’idea è semplice ma efficace – spiega l’assessore-economista – si farà perno sui cosiddetti grandi attrattori che sono i luoghi tradizionalmente affollati dai turisti e iscritti nella World heritage list e ad essi verranno affiancati siti “simil-Unesco” che entreranno a far parte dello stesso circuito turistico-culturale. Siamo consapevoli che con il riconoscimento di Palermo si chiude una fase importante per la Sicilia ed è su questo concetto che occorre avviare una strategia di sviluppo».   La Regione presenterà un’altra candidatura a cui sta già lavorando che è quella delle Saline di Mozia, ben conscia che il Comitato Unesco proprio a Bonn ha comunicato il taglio da 45 a 25 delle nomination annuali e, dunque, avviato una politica più rigida per tutelare il valore del riconoscimento stesso. Dal 2016, sarà possibile presentare una candidatura per Paese e ciò, appunto, per evitare di sminuire il “brand”.   «Ne siamo consapevoli ma manderemo avanti i progetti già avviati – dice Purpura – anche con la certezza che i tempi saranno molto lunghi e che, da subito, occorrerà impegnare risorse per rendere credibili le candidature. Così faremo a Mozia: investiremo soldi e sforzi per rendere il sito tale da poter concorrere con gli altri papabili patrimonio dell’umanità. Ma l’obiettivo non è adesso aggiungere brand su brand, non è quello di accumulare targhette internazionali, piuttosto occorre potenziare il sistema che ruota attorno a questi nostri tesori e farlo con lungimiranza e serietà. I siti Unesco non appartengono ai Comuni dove ricadono ma all’intero territorio e in quest’ottica occorre muoversi. Ci sono luoghi siciliani che non hanno le caratteristiche per divenire siti Unesco ma hanno le peculiarità utili per essere inseriti in un circuito turistico nuovo. Questa è la scommessa e le condizioni per attuarla sono concrete».

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