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Catania: Faro Biscari, un lampo ogni 5″

Di Cesare La Marca |

Il “guardiano” che risiede nell’immobile limitrofo al faro, sempre in un’area della Marina militare, in questo periodo non c’è, perché sta poco bene, ma il faro Biscari ha un suo “inquilino”, il farista alle dipendenze di Marifari Messina, struttura del ministero della Difesa. «Questa è la ragione per cui il faro Biscari non è compreso tra le strutture che con un secondo bando di gara verranno date in concessione ai privati – spiega il comandante di Marifari Sicilia Maurizio Romano – diversamente da altri dove non c’è più un farista stabilmente sul posto. Le sue mansioni riguardano la manutenzione, se per esempio c’è un problema a una lampada secondaria, se manca il collegamento on line o in caso d’emergenza, per il resto le varie funzioni sono ormai gestite da remoto con le tecnologie più avanzate».

Dopo il buon esito del bando “Valore Paese”, si replica dunque per recuperare molti dei fari siciliani compresi nella seconda gara per l’affidamento a privati con un progetto per realizzare strutture turistiche, compatibili alle funzioni di sicurezza della navigazione che si continueranno a garantire.

«Si tratta di fari che sono rimasti isolati – spiega il comandante Romano – e hanno registrato nel tempo problemi a causa dei vandali, e da qui l’iniziativa di risanarli affidandoli in concessione con l’obiettivo di recuperarli, sottrarli al degrado e farli diventare un richiamo per il turismo. Ogni faro ha una sua caratteristica specifica – aggiunge il comandante di Marifari Sicilia – che lo rende riconoscibile da tutti gli altri ai naviganti che attraversano quel tratto di mare, in base al numero dei lampeggi».

Chi va per mare, dunque, dal diportista della piccola e media imbarcazione, al comandante della nave di grande stazza, deve conoscere e tenere sempre presente l’elemento, strettamente legato alla sicurezza, che più di ogni altro identifica e rende riconoscibile anche nelle condizioni meteorologiche più avverse il faro Biscari rispetto a tutti gli altri, ovvero il “flash” del lampeggio bianco ogni cinque secondi. Il suo numero progressivo di individuazione nell'”elenco fari” è il 2796; la sigla che lo contraddistingue è la E-1828, relativa al segnalamento internazionale riportata sul volume List of lights (lista delle luci). Essa si riferisce, in particolare, alla sua portata luminosa geografica che è di 28,7 miglia marine come massima e di 16 miglia marine come minima. L’altezza del faro, dalla base (4 metri di diametro) al vertice (2 metri di diametro), è di 32 metri. All’interno della costruzione conica esiste una scala a chiocciola, in marmo con ringhiera in metallo, che conta 101 gradini. La sua luce, che ha un’altezza media sul livello del mare di 30 metri e 60 centimetri, è caratterizzata da un lampo bianco ogni 5 secondi (0,7 secondi di lampo e 4,3 secondi di eclisse). Essa è data da una lampada da 1000 watt, a filamento speciale in tungsteno, alimentata con energia elettrica posta all’interno di quattro lenti prismatiche, incorporate in un telaio rotante ad orologeria che ha una carica massima di poco più di quattro ore. Tutte cose a cui per anni non abbiamo magari mai fatto caso, andando alla Plaia, ma che sono essenziali per la sicurezza in mare.

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