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“Bando periferie”, non si placano polemiche: ecco tutti i progetti a rischio in Sicilia

Di Redazione |

Continua a far discutere l’emendamento al decreto Milleproproghe del governo giallo-verde votato ieri alla Camera che blocca il Piano periferie fino al 2020, togliendo così 1,6 miliardi destinati ai Comuni e mettendo a rischio diversi progetti.

Il Piano periferie, varato dai governi Renzi e Gentiloni, è destinato a sindaci e amministratori delle città metropolitane, con lo scopo di investire in progetti di riqualificazione. Prevedeva in totale 2,1 miliardi di finanziamenti dallo Stato; gli effetti potenziali del bando ammontavano a 3,9 miliardi di co-finanziamenti. Il Piano era diviso in due tranche: le prime 24 convenzioni tra la presidenza del Consiglio e i Comuni capoluogo firmate il 6 marzo 2017 e le successive 96 tra novembre e dicembre 2017. Ora, il decreto Milleproproghe blocca questo secondo gruppo, pari a 1.571 milioni di euro di finanziamenti statali e 1.144 milioni di co-finanziamenti locali e privati. La norma stabilisce che l’efficacia di questi finanziamenti slitti al 2020.

E il premier Conte oggi a Palermo ha trovato il sindaco Orlando sul piede di guerra. «Dopo lo “scippo” di quasi 16 milioni avvenuto ieri e stanotte con la fiducia sul Decreto “Milleproroghe” – ha detto Leoluca Orlando, che è anche presidente dell’AnciSicilia -, spero che il presidente Conte colga l’occasione per trovare la giusta ispirazione e comprendere il grave, gravissimo errore commesso nel cancellare i fondi del Bando periferie».

Premier Conte a Palermo replica a sindaco Orlando

In realtà il premier non si è sottratto alla polemica e dopo aver riferito ai cronisti che lo seguivano a Palermo di aver assicurato ai sindaci il modo di trovare i finanziamenti in una riunione con una ventina di sindaci dell’Anci l’11 settembre, ha detto che in quell’occasione il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha disertato in polemica la visita del premier di oggi, era assente.

Ma quali sono le opere alle quali le città metropolitane dovranno rinunciare?

PALERMO.  È lungo l’elenco dei progetti e degli interventi di riqualificazione che contavano sui finanziamenti nazionali del “bando per le periferie” e che ora sono congelati fino al 2020. In totale l’amministrazione Orlando dovrà rinunciare a 17.995.905 euro destinati alla periferia Nord, allo Zen, a a Mondello, a Sferracavallo, a San Filippo Neri, a Marinella. Si tratta di venti interventi in totale fra progetti urbanistici e culturali ma anche di inclusione sociale come gli aiuti alle giovani mamme sole o ai disoccupati dai 40 ai 60 anni.

CATANIA. Per la città etnea quelli che rischiano di andare in fumo sono oltre 46 milioni di euro previsti per investimenti destinati alla riqualificazione urbana di alcune parti o strutture del territorio e di alcuni centri della provincia etnea. Per l’esattezza circa 40 milioni di euro sono relativi ai progetti predisposti dalla Città metropolitana e 16,176 milioni (dei quali 1,159 in cofinanziamento) per quelli approntati dal Comune di Catania.

Tra gli interventi contemplati ci sono la ristrutturazione della scuola Brancati di Librino per farne la sede del liceo artistico e istituto alberghiero, il progetto di “ricucitura” della Civita con il porto, un altro per viale Kennedy, opere a forte impatto sociale nei quartieri di Trappeto Nord e San Giovanni Galermo, tra questi i lavori per la spina verde di via Capo Passero (3,4 milioni), la manutenzione e messa in sicurezza sismica del centro di quartiere (1,45 milioni), la manutenzione straordinaria della scuola Petrarca (1,824 milioni), il completamento di piazza Beppe Montana (500mila euro), la riqualificazione del PalaGalermo (734mila euro dei quali 34mila in cofinanziamento), la costruzione della chiesa di Santo Stefano Primo Martire (2,1 milioni, dei quali 525mila in cofinanziamento), il recupero dell’ex scuola Padre Santo Di Guardo di via Belvedere (1,25 milioni), il completamento della viabilità (1,5 milioni) e interventi di Urban Art (375mila euro, dei quali 75mila in cofinanziamento). Ancora, interventi di efficientamento dei servizi di pubblico trasporto con sistemi di mobilità sostenibile (1 milione), sistemi di controllo del territorio (285mila euro), pianificazione urbanistica in collaborazione con Inu (400mila euro) del centro di San Giovanni Galermo. E’ stato cassato, all’ultimo, l’intervento (circa 1,8 ml) previsto per il completamento del plesso parrocchiale di San Giovanni Battista. A Catania ancora la riqualificazione delle Ciminiere anche per scopi didattici, la ristrutturazione del complesso sportivo di Camporotondo Etneo e della piscina del Polivalente di San Giovanni La Punta.

MESSINA. La città dello Stretto potrà beneficiare dei fondi previsti dal bando grazie al 21° posto nella graduatoria stilata dal governo nazionale, con cui sono stati assegnati poco meno di 18 milioni di euro. Il Comune, che ha presentato il progetto di riqualificazione denominato Capacity, ha già beneficiato di una prima tranche di contributi a marzo 2017.  Ma è forte il rischio che non si realizzino 44 opere previste in 39 comuni della Provincia di Messina e contenute nel Bando di riqualificazione delle periferie. Rischiano di saltare tre progetti di inclusione sociale del Comune di Barcellona per quasi un milione di euro, la riqualificazione della zona mare di Torrenova per un milione di euro, il completamento del centro diurno di Alcara Li Fusi per 975mila euro e, sempre ad Alcara Li Fusi, l’adeguamento della villa Comunale Cappuccini per 675mila euro, la riqualificazione dell’ex scalo merci di Capo d’Orlando per 940mila euro, la riqualificazione del quartiere Casazza di Mistretta per quasi 2 milioni di euro, il primo lotto della riqualificazione del centro storico di San Marco d’Alunzio per 890mila euro, il recuperop urbano delle aree esterne degli alloggi Iacp di Patti per 958mila euro, la rigenerazione urbana delle aree verdi delle case popolari di Caprileone per 725mila euro e l’ammodernamento dell’area Canapè di Gioiosa Marea per 677mila euro, oltre ad altri piccoli progetti in diversi comuni della Provincia.

RAGUSA.  All’interno del bando periferie si trovavano anche i 18 milioni per la metropolitana di superficie di Ragusa, il cui iter, dopo varie lungaggini burocratiche, sembrava giunto a conclusione dopo la firma della Convenzione tra Comune di Ragusa-Regione e RFI avvenuta il 6 agosto scorso. Il progetto si sviluppa su un tracciato di 10 chilometri che si snoda da contrada Cisternazzi fino a Ragusa Ibla, attraverso cinque stazioni: quella di Ibla che sarà collegata al Giardino ibleo attraverso una funivia, quella che esce a mezza costa in zona Carmine, la stazione di piazza del Popolo, di viale Colajanni all’angolo con via Torricelli e di Cisternazzi, all’altezza con il nuovo ospedale. Ci sarebbe anche la fermata di Donnafugata dove, però, al momento non sono previste opere.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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