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Riparte il centrodestra. Miccichè, apertura su Musumeci

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Era chiaro, peraltro come detto alla vigilia da quasi tutti i deputati incontrati che ieri sarebbe stato difficile che emergesse un nome unitario per le regionali, ma ciò non toglie che nel discorso generale spiragli ce ne sono stati tanti. E’ chiaro che la partita verrà giocata dal giorno successivo al Referendum quando il panorama potrebbe mutare.

Nelle dimamiche politiche poste sul tavolo ieri è esplosa come una mina la forte dialettica di Nello Musumeci che non ha certo nascosto di avere ambizioni per la nuova scalata (sarebbe la seconda) alla Regione, sfuggitagli di mano nel 2012 per la spaccatura del centrodestra. E proprio la ritrovata sintonia (almeno così è parso) tra Musumeci e Miccichè potrebbe fornire su un «piatto d’argento» al centrodestra la possibilità di avviare la discussione sui programmi e sulla candidatura condivisa e non solo alla Regione, ma anche alle amministrative. Musumeci ha fissato su due temi il suo intervento. «Innanzitutto dobbiamo avere la capacita di convincere l’astensionismo a tornare alle urne e votare per noi. Ma dobbiamo anche capire quali progetti mettere in campo e quali sono state le cause che hanno provocato l’emorragia del passato. Secondo me, caro Saverio – ha poi puntualizzato rivolgendosi a Saverio Romano che oggi appoggia Renzi – chi vuole stare nel centrodestra non può stare più con Crocetta e Renzi. Chi sta con Crocetta o passa subito nel centrodestra come ha fatto nobilmente Ester Bonafede, che oggi è qui con noi, altrimenti rimanga lì sino alla fine. Il centrodestra non può certo essere né àncora di salvezza né bordello…». «Il secondo punto .- ha continuato – riguarda la candidatura. Secondo me il candidato non può più arrivare da una telefonata romana e non può essere tirato fuori dal cilindro in prossimità della campagna elettorale. Per questo dico che il nome dovrebbe uscire fuori entro questo mese. Ora siccome io pagelle non me ne faccio dare da nessuno, perché il mio vertice morale è indiscutibile, dico che dobbiamo capire come intendiamo arrivare alla individuazione del candidato unitario, perché i meccanismi messi in atto sanno di muffa»… Quindi Musumeci ha alzato il tono: «Il fatto che le segreterie politiche, il peso delle correnti, la ricerca dell’unità anche con una dose di ipocrisia, debbano portare alla individuazione di un candidato lo ritengo pessimo. Mi ero anche permesso di lanciare l’idea di fare le primarie se ci sono regole chiare, oppure affidiamoci a sondaggi seri». Musumeci infine ricordando l’errore del 2012 ha spiegato: «Dico al centrodestra che non può continuare a parlare il linguaggio di 10 anni fa. Oggi c’è un elettorato che muore di fame e che ha perso fiducia e il linguaggio deve cambiare. Siamo davanti a un elettorato di opinione più che di affezione. E a questo ci parla meglio il movimento 5stelle. Noi quindi dobbiamo essere rassicuranti, dare risposte alla gente, offrire una prospettiva di felicità. Quindi o il Centrodestra si convince a recuperare quella parte di elettorato che non va più a votare, altrimenti non ne usciremo».

Miccichè, che è intervenuto subito dopo, ha lanciato un assist al leader di «Diventerà Bellissima». Non ha aperto già a una candidatura unitaria di Musumeci, ma ammettendo che sono state fatti errori in passato ha in parte lasciato aperta qualsiasi possibilità. «Oggi veniamo da un scenario politico confuso – ha detto –. Per questo dobbiamo mandare il passato in prescrizione. Tutti insieme stiamo lavorando per ricostruire il palazzo del centrodestra. Ringrazio gli organizzatori di Muovititalia perché sono riusciti a riannodare il dialogo». «E’ un cantiere vero quello nostro – ha aggiunto -; un cantiere che ha già alcuni candidati, Musumeci. Pogliese ed altri». «Ora che abbiamo ricominciato a lavorare posso dire che la presenza oggi di Reina, di Pappalardo, di Attaguile sono già novità, ma la presenza di Ester Bonafede la ritengo la grande novità rispetto al passato. E allora qual è il nostro compito? Ma quello di recuperare dopo questo periodo di enorme sbandamento. Non sono certo preoccupato di non individuare un candidato. E sono sicuro che il lavoro ci porterà alla rinascita di un grande progetto». Anche Miccichè infine, ha aperto a più scenari per trovare un candidato unitario: «Non ho preclusioni. Se ci sarà qualche dubbio si faranno le primarie. Il metodo dipenderà da quelli che saranno i candidati e da quello che indicherà la gente». Miccichè infine ricordando il passato ha aggiunto che se potesse tornare indietro non rifarebbe l’errore di ricandidarsi e, rivolgendosi a coloro i quali hanno scelto nel frattempo di andare col centrosinistra, ha concluso che «Il solo pensiero di stare con i comunisti non mi farebbe più dormire la notte…».

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