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Catania, valorizzare via dei Crociferi e il mosaico romano «nascosto»

Di Pinella Leocata |

Eppure si tratta di scavi di grande importanza storica. Furono effettuati in due riprese dall’archeologa Maria Grazia Branciforti, nel 1987-93 e poi nel 2000-01, in occasione dei lavori per la realizzazione della rete fognaria. Allora fu ritrovato un frammento di statua di atleta e poi un lacerto di mosaico, il pavimento di un portico retto da colonne uno dei cui lati correva parallelamente a palazzo Zappalà. Un pavimento realizzato in opus tessellatum policromo con fasce a spina di pesce nere, rosse, gialle e bianche con bordura su fondo nero. Era parte di un peristilio quadrato a fianco del quale doveva esserci un ninfeo. Fu chiamato il «portico dell’Atleta» dalla statua ritrovata sul posto.

Una scoperta di grande importanza storica perché si tratta di una quinta del terrazzamento della collina di Montevergine, una zona monumentale della città romana. Allora, ai tempi dello scavo, si aprì un grande dibattito tra quanti proponevano di ricoprire gli scavi ritrovati per non alterare il prospetto Barocco della strada e quanti suggerivano di renderli visibili attraverso lastre o «bolle» di vetro. Si decise di salvare entrambi gli elementi della città romana e di quella barocca rendendo i reperti ritrovati potenzialmente visitabili sotto il livello della strada con ingresso dalla scalinata Alessi che, a questo scopo, fu notevolmente rialzata. Soluzione contestata da molti perché impedisce parzialmente la vista delle facciate delle chiese di San Benedetto e di San Francesco Borgia. Eppure, da allora nessuno ha mai potuto visitare questi spazi ipogei nonostante a questo fine siano stati alterati i prospetti della strada barocca.

Adesso la direttrice del «Polo museale» Maria Costanza Lentini ha elaborato un progetto per rendere fruibile questo spazio ai visitatori, una volta ottenuto il finanziamento regionale. Occorre ripulire i mosaici, restaurare le pitture alle pareti e realizzare una passerella per consentire l’ingresso, anche se, data la cronica carenza di custodi, la visita dovrà essere limitata solo a qualche giorno al mese.

Diverso destino ha avuto, almeno finora, un altro lacerto del pavimento musivo del «Portico dell’Atleta» riemerso anni dopo, nel 2006, a seguito di indagini geostatiche sulla stabilità di palazzo Zappalà durante i lavori per la realizzazione di un pub nella bottega ad angolo tra via dei Crociferi e la scalinata Alessi. Progetto bloccato dalla difficoltà di realizzare i sottoservizi nel rispetto dei criteri di tutela. Allora la sovrintendenza, data la valenza storica del sito, impose un carotaggio dell’area che rivelò la presenza di resti di interesse archeologico. Dunque si procedette allo scavo curato dalla dott. Elisa Bonacini. Due metri sotto il piano di calpestio fu ritrovato un altro lacerto del pavimento musivo dello stesso portico che dunque era di forma quadrata e faceva angolo proprio in quel punto. Allora fu ritrovata anche la base di una colonna del portico, in breccia rossa corallina, e un consistente accumulo di frammenti di affreschi delle pareti e del soffitto con elementi decorativi che rivelano l’estrema ricchezza dell’edificio, accumulo che testimonia di un crollo rovinoso. Si sa, infatti, che l’edificio fu distrutto tra il V e il VI secolo d.C.

In quella occasione la sovrintendenza cercò, invano, di convincere i proprietari della bottega a lasciare i mosaici a vista realizzando la pavimentazione in vetro. Sarebbe stato l’unico posto di via Crociferi da cui ammirare questi resti archeologici di grande interesse, un’attrazione per l’attività che si voleva realizzare. Con scarsa lungimiranza i proprietari decidettero, invece, di coprire lo scavo. La sovrintendenza provvide a proteggere il pavimento musivo e i resti ritrovati con un telo verde e con uno spesso strato di sabbia. Poi fu gettata la soletta della bottega dove oggi sono in corso nuovi lavori. E sarebbe importante che la sovrintendenza rilanciasse la proposta fatta anni addietro nell’ottica di una migliore valorizzazione di via dei Crociferi e che controllasse che i criteri di tutela siano stati e siano rispettati. Una grande opportunità per Catania e per questo patrimonio Unesco.

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