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Anno giudiziario Palermo, per procuratore Scarpinato “repressione non basta”

Di Redazione |

PALERMO  – «Il numero dei procedimenti definiti nell’ultimo anno è stato superiore a quello degli iscritti, si è ridotto quello dei prescritti. Pesanti ombre si allungano però sulla reale capacità della giustizia ordinaria di raggiungere reali obiettivi nella repressione della criminalità». Lo ha detto il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, intervenendo all’inaugurazione dell’anno giudiziario.

«Nonostante l’aumento della produttività, il numero dei reati è aumentato del 10% nel distretto – ha spiegato – con picchi a Palermo, Termini Imerese e Trapani. L’area della illegalità registra una crescita tale da inficiare le politiche deflative messe in atto dalla giustizia». «Gli indici statistici delle Procure – ha aggiunto – prendono in esame i reati denunciati dai cittadini o accertati dalla polizia giudiziaria. Restano sotto traccia molti reati. Quindi, nonostante il miglioramento della giustizia sotto il punto di vista dell’efficienza interna, aumenta l’area della illegalità. Il fenomeno è complesso: alcune cause si possono rintracciare nel degrado sociale ed economico. La Sicilia è la regione più povera del Paese, secondo l’Istat». Per questo motivo, secondo Scarpinato, aumentano i furti in abitazione, estorsioni e rapine. Nonostante il considerevole aumento della pena edittale non ci sono stati risultati. Il fenomeno è legato alla criminalità violenta dovuta a un disagio economico e sociale. Sussiste un legame profondo tra questione criminalità e questione sociale. Delegare solo al versante penale la repressione del fenomeno è una azione che non può dare risultati. Se non ci sono politiche di inclusione sociale, se non aumenta il lavoro, non ci può essere una riduzione dei reati». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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