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Giornata vittime della mafia, il messaggio social di don Ciotti

Di Redazione |

ROMA – «Oggi ricordiamo tutte le vittime innocenti delle mafie per fare memoria ed abbracciare i loro familiari. Questa memoria riconoscente si manifesta in questi giorni come vicinanza a chi è impegnato in prima linea nel combattere questo terribile virus, curando e salvando ammalati. E anche come ricordo delle sue vittime che in molti casi sono morte in solitudine, senza il conforto della presenza dei loro cari impossibilitati – per ragioni sanitarie – ad accompagnarle nell’ultimo tratto di vita». E’ inizio del video messaggio di Luigi Ciotti postato sulle pagine social dell’associazione in occasione della XXV Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie promossa da Libera e Avviso Pubblico.

«Siamo chiamati oggi a far la nostra parte, adottando comportamenti responsabili, seguendo tutte le misure necessarie. Spero – prosegue Luigi Ciotti – che questo virus sia al più presto contenuto e debellato ma… attenzione! Il ritorno a una vita sociale ‘normalè non faccia dimenticare gli altri virus che da lunghi decenni infestano il nostro Paese, parassiti a cui troppi hanno fatto l’abitudine sottovalutandone il danno: le mafie, la corruzione, le ingiustizie sociali, lo smantellamento dei diritti, una democrazia pallida, la distruzione ambientale. La speranza è che l’emergenza sanitaria ci apra gli occhi anche su questi virus e sulla mancanza di anticorpi etici che li hanno resi forti: indifferenza, egoismi, opportunismo, neutralità, rassegnazione, delega. Il senso di solidarietà che proviamo adesso sotto la minaccia del virus deve insomma sopravvivere al virus, trasformarsi in un impegno collettivo per costruire un modo più giusto, più umano, più uguale; un mondo senza muri, un mondo che permette e promuove la prossimità. Perché mai come in questo frangente storico, nonostante il grande impegno di magistratura e forze di polizia, le mafie sono forti e potenti. Potenti perché insediate in un sistema economico e finanziario che, se non criminale, è criminogeno e che, se non ha accolto le mafie, non ha fatto certo nulla per impedirne l’accesso in un intreccio di omissioni, «distrazioni» e complicità. Ed ecco non solo le “zone grigie” ma l’osmosi che si è creata fra legale e illegale: da un lato mafie flessibili, reticolari, imprenditrici e sempre più globali; dall’altro la corruzione e la mafiosizzazione di vaste parti di società e dei poteri che le rappresentano. E’ evidente che la lotta alle mafie ha bisogno non solo di un maggior impegno ma di un nuovo paradigma che non è uno ‘schemà ma una sintesi sempre aperta e mobile di un modo d’essere e di vivere l’impegno, dettato da nuove e più profonde consapevolezze. Consapevolezza sempre maggiore che il contrasto prima che repressivo deve essere sociale, educativo, culturale, etico».

«Il momento drammatico che tutti viviamo non può farci dimenticare il doveroso omaggio a quanti, nomi noti e meno noti, caduti nel silenzio del dovere sotto il piombo mafioso», ha detto invece il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in occasione della Giornata della memoria per tutte le vittime di mafia. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA