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Energia rinnovabile, decreto autorizzativo “comprato” per 7 mila euro: arrestato un consulente, sospeso un dirigente della Regione

Di Fabio Russello |

I carabinieri del nucleo investigativo coordinati dalla Procura di Palermo hanno arrestato due persone nell’ambito di una inchiesta, condotta dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia e dal sostituto procuratore Claudia Ferrari, per corruzione in concorso.

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Le indagini – come spiegano i carabinieri – hanno consentito di documentare la condotta corruttiva di Vincenzo Salvatore Sucato, 68 anni, di Misilmeri, consulente per la Sicilia di una società leader in Europa nel campo della produzione di energia rinnovabile (ma è anche assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Santa Flavia) nei confronti del dirigente dell’Assessorato Regionale all’Energia Salvatore Rando, catanese di 54 anni , dal quale  dietro pagamento di una tangente di 7 mila euro avrebbe ottenuto il rilascio di un decreto autorizzativo in sanatoria.

In particolare, tale provvedimento avrebbe sanato la mancanza di autorizzazione a collegare, alla linea elettrica nazionale, un impianto fotovoltaico dell’azienda in questione, a Ragusa, senza la quale il GSE non avrebbe potuto erogare gli incentivi previsti dalla legge per la produzione di energia prodotta da fonti rinnovabili.

Nell’ambito del medesimo procedimento, è inoltre indagato l’amministratore delegato che secondo la Procura sarebbe il mandante della condotta corruttiva posta in essere da Sucato nei confronti del dirigente regionale.

A seguito delle perquisizioni eseguite all’Assessorato all’Energia, nella sede di Roma della società, e anche nelle abitazioni di tutti gli indagati, è stata rinvenuta pure copiosa documentazione ritenuta utilissima dagli inquirenti. In particolare, all’interno dell’azienda è stata reperita la bozza del decreto inviata da Rando affinché venisse modificata secondo i desiderata dei vertici della società.

Il Gip del Tribunale di Palermo ha disposto gli arresti domiciliari per Sucato (ma per l’attività di consulente e non per quella di assessore) e la sospensione dal servizio di dirigente della Regione per Rando.

Nei confronti della società produttrice di energia rinnovabile, verrà invece attivato il procedimento per valutare l’applicazione della “misura interdittiva cautelare della esclusione per un anno da ogni tipo di finanziamento, agevolazione e contributo pubblico in relazione agli impianti fotovoltaici situati nel territorio della Regione Siciliana”.

Salvatore Vincenzo Sucato, secondo quanto accertato dai carabinieri avrebbe consegnato una prima trance di denaro il 14 dicembre dello scorso anno a Salvatore Rando, dirigente dell’assessorato all’Energia per conto dell’amministratore delegato della società Rete Rinnovabili srl, Paolo Lugiato.

Il provvedimento era fondamentale per sanare l’impianto realizzato in contrada Serra Garofalo a Ragusa. Sucato ha sempre lavorato con l’amministrazione pubblica. Ex dipendente del Genio Civile di Palermo, oggi in pensione, Salvatore Vincenzo Sucato, soprannominato «ballerino», svolge attività professionale in campo urbanistico e di lavori pubblici in favore di alcuni Comuni della Regione Siciliana, tra Misilmeri dove è stato anche assessore e vice sindaco. Dal 2012 è assessore del Comune di Santa Flavia agli affari istituzionali, tutela del territorio, lavori pubblici, sicurezza pubblica, patrimonio, demanio, protezione civile, servizi a rete, rapporti con il ce, legalità e beni confiscati.

In passato è stato anche assessore e consigliere comunale di Palermo, nonché consulente tecnico nominato dalla Provincia di Palermo, per la «programmazione e gestione delle risorse idriche e rifiuti, rapporti con Regione ed Enti Locali – Costituzione dell’Ato 1 Palermo – Servizio Idrico Integrato». 

Il sindaco di Santa Flavia Salvatore Sanfilippo ha subito deciso di revocare l’incarico a Sucato: «Sto apprendendo solo adesso della notizia e mi attiverò immediatamente per revocare l’incarico».

L’assessore regionale all’Energia Vania Contrafatto ha invece diffuso una nota nella quale ha spiegato che Rando era già stato sospeso: «La sospensione del dirigente regionale coinvolto nell’inchiesta della magistratura per una presunta mazzetta relativa a un impianto fotovoltaico in Sicilia, arriva qualche mese dopo la decisione dell’amministrazione regionale di trasferire altrove il dirigente in questione, che già da tempo non è più in servizio presso l’assessorato all’Energia. I provvedimenti adottati oggi dagli inquirenti – aggiunge – a cui va il mio ringraziamento, sono la conferma dei sospetti che ci avevano spinti a disporre il trasferimento e la dimostrazione che il sistema interno di controllo e vigilanza ha funzionato. Il settore dell’energia in Sicilia fa purtroppo gola anche a chi persegue interesse illeciti e per questo motivo, sin dal mio insediamento, ho tenuto alta la guardia. L’auspicio è che anche le altre segnalazioni inviate alla Procura, nel corso di questi anni, trovino celermente riscontro».

L’inchiesta è nata da un’altra indagine. Un legale rappresentante di una società è andato dai carabinieri per denunciare ritardi e velate richieste per avere i pagamenti dalle amministrazioni regionali e comunali. Da quella denuncia iniziarono le intercettazioni dei carabinieri che consentirono di registrare il pagamento della tangente. Il legale rappresentante il 15 settembre dello scorso anno ha raccontato ai militari del Reparto Operativo che aveva realizzato progetti e appalti per diverse amministrazioni, ma non riusciva ad essere pagato.

La sua società aveva curato la progettazione degli impianti di depurazione di Palermo-Acqua dei Corsari, Palermo-Fondo Verde, Santa Flavia, Cefalù Presidiana Sant’Antonio, Trabia e Trappeto, lamentava le attività dilatorie del Dipartimento delle Acque e dei Rifiuti dell’Assessorato Energia, e di alcuni Comuni per ritardare i pagamenti per le progettazioni e per le gare d’appalto.

Tra questi il legale rappresentante incontrò proprio l’allora assessore di Santa Flavia Salvatore Vincenzo Sucato. Il rappresentante legale ha raccontato che l’assessore dopo numerosi solleciti verbali e scritti per sbloccare le pratiche nell’aprile del 2014 lo aveva convocato non nella sede istituzionale, ma presso il Café Nobel, a Palermo in viale Francesco Scaduto, luogo spesso utilizzato dall’assessore per i suoi incontri. In quella circostanza, l’assessore Sucato gli aveva riferito dei suoi grossi impegni finanziari per acquistare di un immobile.

Poi aggiunge che le procedure di liquidazione dei compensi, nonostante il riconoscimento del debito da parte del Comune, potevano essere lunghe. Potevano passare anche sette mesi. Il legale rappresentate gli aveva fatto notare che erano trascorsi quattro anni per il pagamento. Sucato rispose che si trattava di operazioni delicate da gestire con attenzione. Da questa denuncia parte un’inchiesta ancora in corso su un possibile giro di mazzette che coinvolgerebbe amministratori e società che gestiscono appalti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA