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Il primo anno da presidente per Musumeci: «Anas e Rfi, un cancro per la Sicilia»

Di Redazione |

La chiama «operazione verità». Per il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, serve a tracciare il bilancio del primo anno del suo governo. E per rispondere all’opposizione che ha parlato di «governo del nulla» snocciola indicatori con segno positivo mantenendo però un profilo basso. Niente proclami e neppure «effimeri fuochi d’artificio» che regalano, dice, il «godimento di un minuto e poi diventano polvere». E assicura che la coalizione reggerà fino alla conclusione della legislatura per attuare un «contratto scritto dagli elettori». Insomma Nello Musumeci ha chiuso la porta alla proposta lanciata sulle pagine del nostro quotidiano dal leader del M5s in Sicilia Giancarlo Cancelleri di firmare un mini-patto per la Sicilia sulla falsa riga del contratto di governo firmato a Roma da Di Maio e Salvini anche per andare in soccorso di una giunta che non ha una vera maggioranza parlamentare.

«Non abbiamo bisogno di lezioni di moralità da nessuno – ha detto ancora il governatore – . Questa coalizione non è fatta di santi ma neanche di diavoli. E altrove non vede eroi. Se li vedessi non vorrei vederli troppo da vicino. Questo – ha sottolineato – è il Governo che deve mettere le basi per una nuova Sicilia. Se pensiamo ancora allo smalto o alla vernice abbiamo perso. Lavoriamo in silenzio, non ci facciamo condizionare da sondaggi e titoli (chiaro il riferimento al sondaggio pubblicato da La Sicilia sull’operato del governo Musumeci, ndr). Andiamo avanti. In silenzio perchè questa è la stagione della semina. Il pieno raccolto arriverà dopo di noi, dopo 4 anni, ma una parte pensiamo di poterla offrire anche durante la legislatura. Se non facciamo le basi saremo sempre ultimi come adesso, lasciateci lavorare».

Però è duro l’attacco a Anas e Rfi che il governatore afferma siano «diventati un cancro per la Regione siciliana». E li avvisa: «O cambiamo marcia o saremo costretti a mettere in mora i nostri interlocutori a cui per un anno abbiamo accordato quasi illimitatamente fiducia assoluta». «Viviamo una situazione di totale emergenza in Sicilia sul piano della viabilità – spiega – e non è possibile che i cantieri debbano essere semideserti e non debbano essere rispettate le scadenze». Rfi replica «con stupore e rammarico» per le dichiarazioni di Musumeci: «La Sicilia è al centro delle politiche di investimento della società, grazie anche a una importante cura del ferro per la regione, che prevede opere per 14 miliardi di euro nei prossimi dieci anni».

E conferma il proprio impegno «nonostante le numerose difficoltà registrate, tra cui quelle relative alle situazioni economiche delle ditte appaltatrici».

Davanti alle slide (LEGGI QUI LE SLIDE) che riassumono i risultati della «stagione della semina» Musumeci mette sul tavolo non solo i numeri (3,5 miliardi spesi o impegnati nel 2018) ma anche le criticità del passato (con il retaggio di clientele e ombre criminali), quelle del presente (lavoro, trasporti, emergenze ambientali) e gli obiettivi verso i quali si indirizzano le linee di governo. Il primo mira a sconfiggere mafia e rassegnazione, «grandi nemici” della Sicilia. Poi viene il resto. Si stanno apprestando le misure per accelerare la spesa pubblica, l’economia ha imboccato una fase di lenta ripresa con 552 nuove aziende e l’incremento delle esportazioni del 15 per cento, la Regione ha distribuito alle imprese fondi europei per 170 milioni, si stanno rimettendo in ordine i conti, è stata avviata la rinegoziazione degli accordi con lo Stato. «Non avremo più – promette – una linea remissiva, non ci presenteremo con il cappello in mano».

Molta attenzione è stata rivolta, in questi 365 giorni, alla fragilità del territorio, le cause principali delle alluvioni e delle frane che hanno provocato danni e vittime: nove solo nella casa di Casteldaccia invasa dall’acqua. Per questo sono stati avviati interventi di protezione civile in 13 comuni e sono stati puliti 108 fiumi e torrenti. In questo quadro un posto di rilievo spetta alle azioni contro l’abusivismo. Musumeci dice di essere al fianco dei sindaci che abbattono le case abusive e di avere impegnato 180 milioni per fronteggiare il dissesto idrogeologico.

Altro fronte di sfida è la raccolta differenziata dei rifiuti che ha ha avuto un incremento significativo e ora è al 34 per cento. Ci sono, tra i medi e piccoli, molti comuni virtuosi ma il risultato complessivo è appesantito dal ritardo di Palermo, Catania e Messina che oscillano tra il 9 e l’11 per cento. La prossima settima la Regione approverà comunque un piano organico. Le luci del bilancio presentato da Musumeci sono “spente” dall’opposizione che lo «boccia senza appello» e appaiono più appannate nel giudizio dei sindacati. E mentre la Cgil parla di «deserto di iniziative», per la Uil «non ha risolto alcun problema e alcuna emergenza». La Cisl riconosce che «il percorso avviato può produrre effetti positivi» ma sollecita «un confronto serrato tra governo e sindacati». Da qui l’invito al governatore perché «apra le porte del Palazzo».  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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