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Manovra, Armao: «A noi l’elemosina del reddito di cittadinanza»

Di Giuseppe Bianca |

Palermo – Fare una legge di stabilità nazionale che metta d’accordo tutti è da sempre un’impresa titanica, ma la sensazione che nella nuova manovra (il maxi emendamento è slittato a domani) sia marginale il ruolo delle misure destinate al meridione e alla Sicilia per quanto riguarda l’attenzione alle imprese, non è una buona notizia secondo il vicepresidente della Regione Gaetano Armao, fresco di accordo rinegoziato per la Sicilia, ma perplesso rispetto alla manovra: «Gli interventi per il sud sono affidati all’elemosina del reddito di cittadinanza, non ci pare ci siano misure espansive che possano dare risalto al rilancio dell’Isola, ma questo riguarda non solo la Sicilia, ma, secondo un primo esame, l’intero Mezzogiorno». Un modo per riconoscere che forse qualche aspettativa maggiore c’era: «Gli interventi – commenta – si limitano sostanzialmente a una mera riproposizione di misure esistenti come il credito di imposta per le assunzioni o iniziative come Resto al Sud».

La clausola del 34% degli investimenti pubblici nel Mezzogiorno, che a lungo in passato rimase in bilico ed ancora attende di poter produrre i suoi effetti pratici, secondo Armao «è un po’ come il minimo sindacale, di meno non si può immaginare», ma su questo l’assessore all’Economia anzi completa: «Il ministro Lezzi aveva proposto nel disegno di legge di Bilancio l’estensione di questa quota in percentuale anche agli investimenti di Anas ed Rfi, un modo per far capire chiaramente che anche questi soggetti devono orientare la loro iniziativa nelle regioni meridionali».

Poi Armao abbandona l’aplomb consueto e chiarisce meglio il suo pensiero: «Bisognerebbe arrivare al 45% per colmare il divario tra le due parti della nazionale, altro che 34%. Diciamolo chiaramente, il fatto che questa misura sia proporzionale alla popolazione non è un regalo da parte di nessuno. Ci mancherebbe. Non si può fare partire dallo stesso punto in una competizione uno che corre e uno che ha le stampelle». E se il ministero della Coesione territoriale viene rinominato ministero del Sud, uno dei fattori che secondo Armao può incidere e va monitorato, è la previsione sulla Flat tax: «Ci riserviamo – spiega – di studiarla meglio almeno dopo l’esito del voto del Senato, tuttavia la giurisprudenza costituzionale è pacifica nel ritenere che eventuali riduzioni di imposta che lo Stato ritiene di introdurre non possono alterare il gettito in entrate per le amministrazioni regionali».

Dubbi e perplessità che finirebbero col convergere su una direzione tutta da verificare: «Se si determinano, come è inevitabile che sia, delle minori entrate lo Stato dovrà il modo di predisporre degli equilibri finanziari. Ne ho parlato in passato con la ministra Stefani, ma il tema è importante e va affrontato». Ma il rilancio del meridione passa da una visione più lineare e fatta da uno schema semplice, è la tesi dell’assessore all’Economia. La genericità con cui spesso viene inoltre trattato, quasi fosse un mantra rassicurante in sé il tema di destinare una serie di interventi strutturali per le regioni del sud, tra cui la Sicilia, non rende secondo Armao un buon servizio a nessuno: «Un conto è l’essenzialità degli investimenti di cui tutti, siamo convinti, un conto è il tipo e la categoria di idee specifiche. Devono essere cioè interventi selettivi e prioritariamente orientati a quello di cui tanto la Sicilia quanto il Mezzogiorno hanno bisogno».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA