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Miccichè alla cerimonia del ventaglio: «Mi diffamano. La calunnia è un venticello…»

Di Redazione |

PALERMO – «Questo ventaglio lo ricevo con piacere ma con grande amarezza, voglio capire che cosa si deve fare per evitare che la libertà di stampa significhi libertà di offesa: cosa che mi addolora. E se io oggi non posso essere sereno è perché sono condizionato da un giornale che scrive falsità». Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè che in apertura della tradizionale cerimonia del ventaglio con la stampa parlamentare, ha mostrato un titolo de “la Repubblica” e uno stralcio di un articolo sempre del quotidiano e che suo avviso sono diffamatori.

Miccichè ha annunciato di avere firmato la querela per diffamazione nei confronti del quotidiano. «Sono avvilito da questo tipo di giornalismo. La calunnia è un venticello ha cantato Edoardo Bennato ieri sera a Palermo, è così. Come ci possiamo difendere? Vorrei incontravi uno a uno. Non rubiamo, non facciamo niente di negativo, lavoriamo per i cittadini, ma perché devo ricevere questo ventaglio? Devo accettare un regalo che mi viene fatto da qualcuno che ogni giorno tenta di screditarmi? Sono molto stanco, sono dispiaciuto, chi mi sta vicino se ne accorge che mi viene il mal di stomaco. Credo di non meritarlo io e questa Assemblea che sta facendo di tutto per cercare di apparire meglio di una volta». 

E la segreteria regionale dell’Associazione siciliana della stampa esprime incredulità e sconcerto per «il grave attacco rivolto stamattina dal presidente dell’Ars Gianfranco Micciché a “la Repubblica”. Non è ammissibile che un momento istituzionale, peraltro di natura conviviale, si trasformi in un processo pubblico a una testata giornalistica, dice l’Assostampa. «L’on. Micciché, se ritiene di essere diffamato, ha tutti gli strumenti per difendersi nelle sedi opportune – continua -. Quello che non può fare è mettere all’indice in modo maldestro e improprio il lavoro scrupoloso dei colleghi, parlando a sproposito di libertà di stampa e nei fatti alterando la normale dinamica dei rapporti fra l’istituzione e gli organi di informazione».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA