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Pagano, l’ultras cattolico venuto dalla Dc, passato da Fi e dal Ncd di Alfano e “fulminato” sulla via di Pontida

Di Redazione |

ROMA, 13 MAG – Ultras cattolico, sempre in prima linea contro le unioni civili gay, il biotestamento e lo ius soli, da sempre votatissimo nel suo feudo elettorale della provincia di Caltanissetta. Alessandro Pagano, il deputato leghista che ha scatenato il putiferio in Aula definendo Silvia Romano «neoterrorista», compie sessantuno anni a giugno, è parlamentare già da quattro legislature.

Dal 2016 è il proconsole di Matteo Salvini in Sicilia, ma la la sua storia politica viene da molto lontano: figlio di un esponente locale della Dc, giovanissimo milita nella “Balena Bianca” sino al suo epilogo nel 1994. Poi passa a Forza Italia, quindi nel 2013 abbraccia il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano e infine, nel 2016, dopo una parentesi con Area Popolare, aderisce al partito del Capitano, all’epoca ancora «Lega Nord per l’Indipendenza della Padania». Commercialista, docente, padre di quattro figli, in Sicilia è stato eletto tre volte deputato regionale, una volta è stato anche nominato assessore alla Sanità. Nel 2008 il salto nella politica nazionale con l’elezione alla Camera con il Pdl, dove sarà sempre rieletto. Ama andare in pellegrinaggio a Medjugorje, cattolico tradizionalista, nel corso degli anni è sempre stato in prima fila contro l’aborto, le unioni civili gay, presente a tutte le manifestazioni del family day, fiero oppositore dello sbarco dei migranti. All’epoca in cui il Parlamento discuteva la legge biotestamento battezzo l’acronimo «PdM5s» come «Partito della Morte a Cinque Stelle». Durissimo anche contro ogni ipotesi di estensione della cittadinanza ai migranti. Quando si dibatteva sullo ius soli, Pagano disse che una legge del genere avrebbe “avrebbe fatto dell’Italia un’appendice dell’Africa del Nord». Sempre su quel provvedimento arrivò ad attaccare la Cei, accusando il Presidente della Commissione Migrantes, Monsignore Guerino di Tora di diffondere «fake news». Alessandro Pagano ha le idee chiare anche nel condannare l’interruzione volontaria di gravidanza. Nel maggio del 2018 comparve sui muri di Roma un manifesto choc con su scritto: «L’aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo», diffuso dagli organizzatori di una “Marcia per la Vita». Tanti protestarono per quel messaggio, che invece venne difeso da Pagano e dal senatore leghista Simone Pillon. (ANSA).

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