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Messina, De Luca chiude tutte le scuole e sfida la Azzolina: «Impugni l’ordinanza»

Di Redazione |

MESSINA – «Sono preoccupato per la situazione sanitaria dei nostri ospedali. I posti di terapia intensiva sono estremamente carenti. Inoltre, l’analisi dei parametri individuati per stabilire le criticità che ci hanno relegato nella zona arancione, si basano su dati inviati dalle Regioni. Il 25 ottobre la Sicilia ha dichiarato 504 focolai, la Campania 154, il Lazio 420. Queste Regioni stanno meglio della Sicilia per alcuni criteri, come l’indice di trasmissione che è più moderato del nostro. La verità è che il ministero della Salute ci ha considerati inaffidabili, al contrario di Lazio e Campania. Siamo zona arancione e tali resteremo per i prossimi 15 giorni. A questo punto l’unico modo per uscirne è fare quello che finora si è solo annunciato. La rete sanitaria fa acqua da tutte le parti, non possiamo permetterci di sbagliare». Lo dice il sindaco di Messina, Cateno De Luca.

«Per quanto concerne le scuole – aggiunge – resteranno chiuse fino a data da destinarsi. La nota dell’Asp fa emergere una preoccupazione massima perché Il trend di contagio è in aumento inesorabile nella fascia di età tra i 20 e i 50 anni. Nel periodo di stop scolastico abbiamo ricostruito la catena dei contatti stretti dei positivi: diversi sono inoltre i casi direttamente nelle scuole. Se vuole, il ministro Azzolina potrà impugnare la mia l’ordinanza. Venga il governo e m’impugni l’ordinanza. Preferisco questo piuttosto che mettere a rischio gli alunni e le loro famiglie».

Intanto, prima di una eventuale impugnativa, arriva un ricorso al Tar. «L’ordinanza del sindaco di Messina con la quale si è decisa la chiusura delle scuole e che è stata prolungata sino a giorno 11, è illegittima in quanto la legge non riconosce alcun potere in tal senso al sindaco», dice l’avvocato Santi Delia dello studio Delia e Bonetti di Messina, che annuncia il ricorso al Tar.

Scuole a parte, continua anche la battaglia di De Luca contro la Regione siciliana. «La verità –  ha detto in una diretta Facebook in cui torna ad attaccare Nello Musumeci e Ruggero Razza – è che il ministero della Salute ci ha considerati inaffidabili, al contrario di Lazio e Campania. Siamo zona arancione e tali resteremo per i prossimi 15 giorni. A questo punto l’unico modo per uscirne è fare quello che finora si è solo annunciato. La rete sanitaria fa acqua da tutte le parti, non possiamo permetterci di sbagliare».

«Non consento a Razza e Musumeci di giocare sulla pelle dei siciliani continuando a mentire», dice. Il primo cittadino si dice “preoccupato per la situazione sanitaria dei nostri ospedali. I posti di terapia intensiva sono estremamente carenti. I parametri individuati per stabilire le criticità che ci hanno relegato nella zona arancione si basano su dati inviati dalle Regioni. Il 25 ottobre la Sicilia ha dichiarato 504 focolai, la Campania 154, il Lazio 420. Tali Regioni stanno meglio della Sicilia per alcuni criteri, come l’indice di trasmissione che è più moderato del nostro”.

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