Notizie Locali


SEZIONI
Catania 14°

Sicilians

Agata Alonzo, nostra signora del calciomercato che pensa a diventare mamma

Di Leonardo Lodato |

Catania – Secondo il Taoismo, “definire significa limitare”. Ecco perché è difficile presentare Agata Alonzo, per la quale avremmo coniato la definizione di “Signora siciliana del calciomercato”. Lei preferisce essere «Agata e basta». La catanesissima Agata Alonzo, volto noto degli appassionati che seguono trattative e cambi di casacca attraverso le news di Sportitalia. «Sono in un periodo top della mia vita – racconta Agata in una pausa di lavoro per godersi la sua città, il suo mare, la sua famiglia -. Mi sento molto serena perché tutte le cose più importanti si sono incastrate, dal lavoro alla vita privata, alla famiglia». E annuncia con orgoglio e felicità: «Sto per diventare zia di una femminuccia e… spero di poter cominciare a pensare anche di diventare mamma».

Guarda che sto registrando tutto…

«Ho 29 anni, mi sento abbastanza donna per poter cominciare a pensare a tutto questo. Sono contenta del fatto che, comunque, fin qui ce l’ho messa tutta e non mi ha aiutato nessuno. Devo dire grazie a Luca Napoli che ha creduto in me fin da subito. Poi, però, mi sono resa conto che spettacolo e moda non andavano proprio d’accordo con le mie esigenze, non volevo limitarmi a fare la valletta. L’unico grosso rammarico è non essermi laureata. La routine non mi permette di concentrarmi sullo studio. Se faccio una cosa la voglio fare bene».

Eppure, e ritengo che non sia un luogo comune, le donne si dice che siano “multitasking”.

Ride Agata: «Io no, però quando faccio qualcosa ci metto dentro me stessa, tutto il mio impegno».

Un tuffo tra passato e presente. Antenna Sicilia come trampolino di lancio. E poi?

«Mi sono dedicata alla fotografia, ho cominciato come modella e ho continuato come fotomodella perché non sono altissima e non avrei mai potuto fare l’indossatrice. Ho rappresentato diversi brand, però anche quello, a un certo punto, ha cominciato a starmi stretto. Puntavo ad avvicinarmi al mondo del giornalismo e ci sono riuscita con SportItalia. Il mondo della fotografia, comunque, resta una mia grande passione. Quando scatto mi sento me stessa, riesco a interpretare ruoli diversi, donne differenti».

Quasi un approccio cinematografico, da metodo Stanislavskij. E l’idea di fare l’attrice?

«No, quello no. E’ un mondo troppo finto. La parola non può e non deve fingere. Lascio questo lavoro a chi lo sa fare davvero. E lo rispetto tantissimo, tra l’altro adoro il cinema. Ho studiato la mimica, la respirazione e la trovo qualcosa di davvero affascinante, perché attraverso la respirazione puoi diventare qualsiasi persona, una matta, una depressa. In questo percorso che ho affrontato anche con grandi fotografi, ho imparato tanto. E ho capito che la bellezza non è tutto».

Beh, però…

«Deve essere accompagnata da altro. Sportitalia, grazie a Michele Criscitiello (direttore dell’emittente tv, ndr), mi ha dato la possibilità di crescere. Con Michele ricordo che abbiamo fatto una lunga chiacchierata alla fine della quale si è reso conto che avevo quel qualcosa in più che non era semplicemente la bellezza. Avevo voglia di imparare, di stare all’interno di una redazione ancor prima di stare davanti ad una telecamera, e di partire dalle basi, dallo speech, dalla pronuncia, da come si scrive un articolo, ed è stato bellissimo. Inizialmente sono stata affiancata ad un tutor, una persona eccezionale, un napoletano, Piero Vitiello, con il quale, se mi occorre un consiglio, ci sentiamo ancora oggi. E questo mi ha reso una persona migliore. Ti fa apprezzare ancor più il valore della semplice carta, oggi che la tecnologia avanza e l’odore della carta stampata mi manca, quelle immagini in bianco e nero, quella parte un po’ vintage del giornalismo. L’uomo che vende il quotidiano al semaforo, era un modo di lavorare onestamente. Ricordo quei ragazzini che facevano gli strilloni con grandissimo affetto, e mi piace pensare che un giorno si possa tornare al passato pur mantenendo i vantaggi della tecnologia».

Forse il Covid ci ha insegnato a rivalutare certi valori perduti…

«Sinceramente sono sempre stata un po’ “antica”, mi è sempre piaciuto ricordare ciò che si è perso, immaginando proprio di educare mia nipote sotto certi aspetti, da zia non da mamma, ovviamente, raccontandole di quanto belle siano state alcune cose che non ci sono più ma che ti permettono di apprezzare i cambiamenti, i miglioramenti che ci sono stati. Grazie al cielo oggi c’è la tecnologia, c’è internet. Se non sai montare la macchinetta del caffè, vai sul web e segui un tutorial. Però, sottolineo che mi manca l’odore della carta stampata, un profumo che non si può replicare, unico. Mi ricordo quando a 10 anni la scuola mi portò in visita a “La Sicilia”, in questo palazzo, in cui ci hanno fatto vedere come nasceva il giornale. Mi affascinavano quelle macchine che avevano tante storie da raccontare».

Riaccendiamo i riflettori sul tuo lavoro?

«Ho deciso di spostarmi da Milano a Sassuolo per dare un po’ di spazio alla mia vita sentimentale e stare vicina al mio compagno (Francesco Farioli, il preparatore dei portieri del Sassuolo, ndr). E per questo appaio in tv solo in occasione del calcio mercato».

Rubi qualche informazione riservata a Francesco?

«Ci provo ma lui è superprofessionale. Scucirgli la bocca non è facile. In questo lavoro sei sempre a caccia dell’ultimo scoop anche se non si è mai sicuri di quel che dici finché non vedi la firma nero su bianco. Ho cominciato con il calcio ma soltanto adesso questo mondo mi sta appassionando veramente perché sono sempre a caccia della notizia. E’ quello che mi piace del giornalismo, è bello scoprire, sapere di più, capire chi e cosa c’è dietro ad ogni informazione. Mi piace “ ’u curtigghiu” del calciomercato».

Parlando di “Signore del calcio” il discorso, prima o poi, va a cadere su una tua concittadina, Diletta Leotta…

«La stimo tantissimo. Di lei si parla nel bene e nel male, ma come si suol dire, l’importante è che se ne parli. E da siciliana sono orgogliosa della sua carriera, del poter dire che è catanese. La trovo genuinamente S-I-C-I-L-I-A-N-A e questa, per me, è una marcia in più».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Di più su questi argomenti: