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Un anno fa “Si vive una volta sola” di Verdone: «Il virus ci metterà alla prova»

Di Salvo Pistoia |

Dodici mesi trascorsi a languire speranze nello spazio temporale, un segmento di tempo più lungo nell’immaginario della stessa durata. La sensazione che questa frazione di contemporaneità rimanga nel cuore, negli occhi, nella mente della gente, incancellabile e segnante.

Il 18 febbraio del 2020, in prossimità dello stop intorno alle nostre vite, disarticolate in una nuova concezione della quotidianità, Carlo Verdone, ultimo e restante eroe della commedia italiana, scorrazzava in lungo e largo la penisola, per dar vita e voce al suo “Si vive una volta sola”.

Palermo, tappa obbligatoria per raccontare e promuovere la storia di quattro amici, Carlo Verdone, Rocco Papaleo, Anna Foglietta, Max Tortora, tra vacanze, sarcasmo, abili nella loro professione quanto sventurati nella vita privata.La buona accoglienza ricevuta nella anteprime, il fermo per la chiusura delle sale cinematografiche, il presagio per quanto a venire, dettato dallo stesso autore romano in quella giornata.

Il senso nel titolo del tuo film“Si vive una volta sola”, manifesta il desiderio su gli aspetti della vita nella loro quotidianità, senza progettare a lunga scadenza, impantanandosi sulle ansie del futuro, del domani, Carpe Diem, vivendo l’attimo fuggente

Hai citato il futuro, il presente traccia delle preoccupazioni umane intorno a questa emergenza umana dovuta ad un virus contagioso.L’uomo sta ricevendo un’avviso di garanzia su status vivendi, le mille esagerazioni, quanto ne deriva dagli atteggiamenti nei comportamenti, questo virus ci metterà a dura prova, sollecitando le nostre sensibilità

La storia del film nasce da riferimenti o punti ispirativiNessun riferimento o ispirazione, una lieve idea in un momento del film a ricordare stralci dell’affascinante commedia italiana degli anni 60, Pietrangeli, Germi, quest’ultimo lo ritengo il più importante autore per quel periodo di cinematografia, “Sedotta e abbandonata”, “Divorzio all’Italiana”, “Signore e Signori”, sono tre capitoli indelebili

Il meridione sempre in primo piano nelle tue ambientazioni.La Puglia come scenografia naturale, ha dato luce e vitalità alla narrazione del film, desidero ricordare che in passato il mio occhio è stato attratto da scenari al sud, l’esperienza di “Gallo Cedrone” sull’Etna

Raccontare gli italiani in questo arco di tempo, che considerazioni ha maturatoPer descriverle, prendo a prestito gli umori di Alberto Sordi, in tempi non sospetti affermava il suo imbarazzo nel percepire “il senso del ridicolo” che la gente stava perdendo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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