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Licata, dipendenti costretti a restituire parte della busta paga: arrestato anche un avvocato

Di Redazione |

Agrigento. Associazione per delinquere finalizzata all’estorsione ed appropriazione indebita. Sono queste, a vario titolo, le ipotesi di reato che hanno fatto scattare, stamani, l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, e richiesta dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Matteo Delpini.

Agli arresti domiciliari sono stati posti: l’avvocato Rosario Magliarisi e Linda Modica, responsabile delle due comunità d’accoglienza per minori e malati psichici. I divieti di dimora a Licata (Ag) sono stati invece notificati a Florinda Zagra, Carmela Di Blasi ed Angelo Magliarisi. Secondo la Procura, che stamani ha tenuto una conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’operazione, «nove dipendenti delle due comunità sarebbero stati costretti, dopo che ricevevano il bonifico mensile dello stipendio, a restituirne in contanti un terzo». Dipendenti che per paura di essere licenziati avrebbero accettato la presunta estorsione. La Procura ha quantificato il valore complessivo della presunta estorsione in 210 mila euro. Stando sempre all’accusa, una parte dei guadagni delle comunità – e si configurerebbe l’appropriazione indebita – sarebbero stati «dirottati verso una società e quei soldi sarebbero stati utilizzati per acquistare 4 immobili e prenderne 2 in locazione.

Immobili dove sarebbero state sistemate le sedi delle due comunità». I fatti di estorsione, in danno di alcuni dipendenti delle cooperative sociali «Arcobaleno» e «Libero Gabbiano», si sarebbero verificati a Licata a partire dal 2007 e fino a tutto il 2015. Le indagini hanno avuto slancio – aveva già reso noto la Procura – grazie alla denuncia formalizzata, il 13 settembre del 2013, da un ex dipendente. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA