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Derubato e avvelenato in Laos, Gianluca esce dal coma

Di Redazione |

MILANO – E’ uscito dal coma, ma le sue condizioni sono ancora molto gravi, Gianluca Di Gioia, il turista di 36 anni, residente nel varesotto ma originario di Caltavuturo, avvelenato e rapinato mentre si trovava in vacanza in Laos. I medici del Bangkok Hospital di Udon Thani in Thailandia, dove l’insegnante di inglese è stato ricoverato, oggi sono riusciti a svegliarlo, ma poco dopo ha avuto una nuova crisi respiratoria. A raccontare quello che sta accadendo, il fratello Salvatore che insieme alla madre da giorni è accanto al giovane. Notizie diffuse anche attraverso il gruppo Fb “Aiutiamo il Digio”, creato dall’amico di infanzia Luca Antonio Labollita, che ha lanciato la mobilitazione per raccogliere fondi.

«Questa mattina Gianluca aveva aperto gli occhi e respirava autonomamente, poi ha avuto una nuova crisi respiratoria ed è stato necessario attaccarlo di nuovo ad una macchina – ha spiegato Salvatore, con la voce agitata e disperata – Mentre era sveglio sembrava anche vigile, gli ho chiesto “Gianluca ora vogliamo andare a casa?, e lui ha fatto un cenno di si con la testa”.

Gianluca, insegnante di inglese a Venegono Inferiore (Varese) dove vive, appassionato di viaggi, era partito per il Laos all’inizio di agosto da solo. L’aggressione tra il 23 e il 24. «Conosciamo pochi particolari – ha ammesso il fratello -. Di sicuro è rimasto per ore svenuto in strada, sotto la pioggia, ha preso freddo, con i passanti che lo scansavano, senza che nessuno gli prestasse aiuto, fino a quando non è arrivata la polizia». I suoi aggressori gli avevano portato via cellulare, carte di credito e i pochi soldi, ma non i documenti, così attraverso l’ambasciata è stata avvisata la famiglia. Le ore al freddo gli hanno provocato anche dei grossi problemi polmonari. Ai familiari è stato fatto subito presente che l’ospedale di Vientiane, la capitale del Laos, dove era stato portato appena soccorso, non era sufficientemente attrezzato, ma ci sono voluti diversi giorni, tra pratiche burocratiche e l’invio di bonifici, per il trasferimento a quello più specializzato in Thailandia. “Non è stato picchiato, l’unico ematoma ce lo ha in testa ed è quello provocato dalla caduta, lo hanno avvelenato – ha detto ancora Salvatore – ma solo lui potrà raccontare quello che è successo». Gli amici che si sono mobilitati per Gianluca in pochi giorni hanno raccolto finora oltre 100.000 euro per sostenere le spese della famiglia in Thailandia e quelle del trasporto a casa del giovane, con sottoscrizioni da tutta Italia. Dopo la notizia che l’insegnante era uscito dal coma, il fratello Salvatore aveva fatto sapere che non c’è più bisogno di continuare la sottoscrizione, ma con il riaggravarsi delle condizioni, Luca Labollita ha deciso di continuare. «Finchè non avremo la garanzia che è completamente fuori pericolo non ci fermiamo – ha detto Luca – Ragazzi non si stoppa niente».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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