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Eliana Esposito: «Indipendenti non isolati»

La candidata di Siciliani Liberi. «Viviamo ancora in un contesto feudale. Se applicassimo davvero lo Statuto saremmo economicamente autonomi»  

Di Redazione |

Si recita tanto, in campagna elettorale. Ma c’è anche chi, per una volta, decide di smettere i panni della propria professione, per vestire quelli del politico, forse anche in maniera un po’ utopistica, ma sicuramente sincera e appassionata. Come Eliana Esposito, candidata di Siciliani Liberi alla presidenza della Regione. Impegnata in una campagna elettorale “porta a porta” che, a suo dire, «sta andando molto bene. Sì, è stressante però è anche bello, si incontrano tante realtà, si crea una rete di persone con le stesse vedute, in grado di condividere i nostri punti di vista. E non pensavo che fossimo così tanti». Una sorta di «candidato di rottura». «Rappresento una voce importante che è quella del dissenso» racconta Eliana Esposito durante il Forum in redazione.  Un’attrice “prestata” alla politica anche se sul palco si è protetti dalla maschera, dal ruolo… «Qui, adesso – incalza la Esposito – non si può anzi non si deve recitare. La politica per me è una cosa bellissima anche se ormai ha acquisito un'accezione negativa. Oggi con la politica non si fa il bene della comunità ma l'interesse del partito o dei singoli, delle multinazionali. Il ministro, come dice anche l'etimologia della parola, dovrebbe servire il popolo e non fare il padrone. Invece oggi assistiamo ad un ribaltamento di questo significato». Ma cosa ha spinto una attrice, regista, autrice, a fare una scelta così impegnativa? «Mi occupo di teatro da trent'anni. Mi sono occupata in tempi non sospetti di temi sociali e cari a me come indipendentista e se sono qui oggi lo devo proprio al teatro. Dieci anni fa ho scritto uno spettacolo che inizialmente doveva servire a celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia e poi, invece, mi sono ritrovata a scrivere uno spettacolo per svergognare 150 anni di bugie, perché documentandomi ho scoperto un'altra storia rispetto a quella che leggiamo sui libri. E da lì mi si è aperto un mondo, sono stata contattata da tanti meridionalisti. Poi, uno di loro mi ha invitato ad un gazebo informativo contro il Muos ed ho conosciuto un indipendentista di quelli veraci, appassionati, che ti parlano al cuore, e lì ho capito che tutti i siciliani, in fondo, hanno dentro quella fiammella che arde, e basta soffiarci sopra nel modo giusto per risvegliarla. Mi sono sempre occupata di politica attraverso i miei spettacoli, le mie canzoni. Faccio parte di Siciliani Liberi dal 2017 (il movimento è stato fondato nel 2016, ndr). E ho scoperto che l’indipendenza può essere la soluzione ai nostri problemi. Ho vissuto per tanti anni a Malta e ho toccato con mano una realtà incredibile. Ha più o meno gli stessi abitanti di Catania ed è una nazione indipendente, ricca e orgogliosa. L’identità, come diceva Ignazio Buttitta, si mantiene anche attraverso la lingua, le tradizioni, e questa è una cosa che noi stiamo perdendo. Siamo abituati a credere che gli altri siano meglio di noi, che non siamo in grado di gestirci, che non abbiamo voglia di lavorare. Serve una rivoluzione culturale, serve restituire al popolo siciliano la sua dignità, valorizzando la storia, l’arte, la cultura. E’ la bellezza che salverà il mondo». Ma dietro l’angolo, sentendo queste parole, sembra di scorgere una deriva destrorsa, quasi meloniana. «Per me i popoli – reagisce Eliana Esposito – sono come le persone: quando riescono a instaurare tra loro rapporti paritari non tossici, quando sono indipendenti economicamente, quando sono veramente liberi, allora sì che ci possiamo relazionare sullo stesso piano. Noi non andiamo contro nessuno, cerchiamo dialogo e collaborazione. Il problema dei politici siciliani, noi li chiamiamo ascari, è che fanno gli interessi del partito nazionale. Senza andare lontano, pensiamo alle dimissioni di Musumeci, che tra le motivazioni della scelta di non ricandidarsi, ha che detto che c’è quella di risultare divisivo per il suo partito. E poi ringrazia la Meloni che lo ha lasciato libero di decidere. Questa è democrazia? Per me è una cosa gravissima. I siciliani lo dovrebbero accusare di alto tradimento, così come accaduto con Crocetta che ha fatto gli interessi del partito e dell'allora governo Renzi. Viviamo ancora in un sistema feudale fatto di vassalli, valvassori e valvassini». E sul programma di Siciliani Liberi, Eliana Esposito punta su due obiettivi. «Uno a lungo termine: l'indipendenza, che non significa isolamento. L'altro, a breve, l'indipendenza economica che si può attuare attraverso il nostro statuto. Promesso sempre a parole ma mai applicato. L'articolo 36 ci permetterebbe di attuare una manovra fiscale esattamente come uno Stato, possiamo intervenire sull'Iva, sull'Irpef e sul caro bollette».  (Pubblicato su La Sicilia il 14 settembre)

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