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L'inchiesta “Athena”

Il sindaco di Paternò dopo le accuse di voto di scambio: «Sono rammaricato, forzatura inspiegabile»

Nino Naso:«Ho sempre agito nella legalità. Chiedo a stampa e opposizione di rispettare me e il Gip»

Di Mary Sottile |

Un sindaco sbigottito, a tratti rammaricato, che si dice assolutamente estraneo ai fatti che gli vengono contestati e sarà pronto a dimostrarlo ai magistrati e all’intera città.È apparso così, ieri mattina, Nino Naso, all’indomani dell’operazione “Athena” che lo vede indagato, per scambio elettorale politico-mafioso, insieme all’assessore Turi Comis e all’ex assessore Pietro Cirino.Commenta, a microfoni spenti, quanto accaduto. Il rammarico per la famiglia, la “forzatura” di contestazioni per lui inspiegabili. Nega di conoscere il boss Morabito, evidenziando che incontra ogni giorno centinaia di persone che può essere capitato di averlo salutato, così come saluta tutti, soprattutto in campagna elettorale. Rispetto alle assunzioni di due parenti di esponenti della criminalità organizzata, all’interno della ditta che si occupa di smaltimento dei rifiuti, respinge anche quest’accusa, evidenziando che lui con c’entra nulla con le assunzioni in un’azienda privata.Il sindaco Naso preferisce non rilasciare dichiarazioni ufficiali, così come consigliatogli dal suo avvocato e si affida a un comunicato stampa. «Manifesto come sempre la mia piena fiducia nel sistema giudiziario e nei giudici – si legge nella nota del primo cittadino – che saranno chiamati a valutare il mio operato. So di essere estraneo all’accusa che mi è stata mossa, di voto di scambio, dal momento che tutta la mia vita è stata improntata al massimo rispetto della legge e per nulla al mondo avrei mai abdicato ai principi di correttezza e onestà cui ho uniformato al mio agire privato e pubblico. Apprendo, sempre attraverso gli organi di stampa, che il Giudice per le indagini preliminari ha rigettato la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura della Repubblica nei miei confronti per mancanza dei gravi indizi, ovvero di elementi idonei a ritenere fondata l’accusa mossa nei miei confronti. Confido, pertanto, che questa vicenda possa a breve concludersi e, nelle more, mi permetto di invitare le opposizioni – e anche la stampa – a un maggiore rispetto, se non del sottoscritto, del provvedimento emesso dal Gip presso il Tribunale di Catania, il quale esclude responsabilità penali a mio carico».Le accuse della magistratura contro gli esponenti politici, per le quali il Gip ha deciso di non emettere provvedimenti cautelari scegliendo la strada dell’attività di indagine con i destinatari a piede libero (tranne Cirino, finito in carcere), ruotano per una parte, attorno all’assunzione di due persone nella ditta impegnata a Paternò, nella raccolta e smaltimento rifiuti; si tratta del figlio di uno storico esponente del clan Morabito-Rapisarda e di un uomo vicino al clan degli Assinnata. Le due persone sono state assunte, una prima volta, con contratto a tempo determinato, nel luglio del 2021. Nel febbraio del 2022, con il contratto in scadenza, riprendono, secondo gli atti della Procura, le pressioni sulla politica per ottenere un prolungamento del contratto stesso. Rinnovo che poi effettivamente arriva.

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