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Mattarella in visita a Auschwitz: «Fascisti complici della carneficina»

In queste parole il senso vero della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad Aushwitz

Di Redazione |

Ci sono carnefici e complici. E ci sono quanti lavorano per far dimenticare l’orrore della Shoah facendola scivolare in un passato nebuloso dove, indistinti, vagano colpevoli e vittime: sono gli “araldi dell’oblio”. Ecco, è in queste parole il senso vero della visita del presidente della Repubblica ad Auschwitz. Una tappa obbligata e fortemente voluta nel campo nazista in territorio polacco, simbolo della più impensabile assenza di umanità che ha avuto la sua più alta espressione nel nazismo. Ma per Sergio Mattarella la visita tra Auschwitz e Birkenau – partecipata con una commozione che rasenta l’incredulità – ha anche un obiettivo politico, di strettissima attualità: contrastare se non un vero negazionismo certamente un crescente subdolo tentativo di annacquare la forza della realtà storica.

«Oggi più che mai, la memoria dell’Olocausto rimane un monito perenne che non può essere evaso», premette partecipando alla Marcia dei vivi che ricorda ogni anno le vittime dell’Olocausto. Davanti a migliaia e migliaia di giovani seduti nei prati di Birkenau il presidente va oltre e attualizza il suo ragionamento con una precisazione che sembrerebbe scontata ma, soprattutto in Italia, non lo è più del tutto: «Bisogna fare memoria dei milioni di cittadini assassinati da un regime sanguinario come quello nazista che, con la complicità dei regimi fascisti europei che consegnarono i propri concittadini ai carnefici, si macchiò di un crimine atroce contro l’umanità».

E’ proprio l’inciso sui regimi fascisti a dare senso e corpo al ragionamento del capo dello Stato, quasi costretto dagli eventi a dover ricordare l’abietta ed incancellabile responsabilità del fascismo italiano. Niente revisionismi storici, quindi. I fatti parlano ancora e seppur spiacevoli vanno ricordati, metabolizzati e mai negati. «Nè oblio nè perdono», aggiunge Mattarella ripetendo che bisogna essere ad Auschwitz per continuare a dire instancabilmente «mai più!». Accompagnato dalle sorelle Bucci, Tatiana ed Andra, tra le poche sopravvissute all’Olocausto ancora in vita, Sergio Mattarella ha visitato alcuni padiglioni della morte e ne è rimasto sconvolto come capita a chiunque visiti il campo: “già studiarlo è impressionante ma vederlo è un’altra cosa. E’ già straziante leggere e vedere nei video le testimonianze, ma vederlo è un’altra cosa, che dà la misura dell’inimmaginabile. Vedere quelle scarpe, vedere quelle scarpette dei bambini, dei neonati sono cose inimmaginabili e bisogna continuare a ricordare e bisogna ricordare che quello che vediamo è una piccola parte», ha spiegato.

Il fil rouge del pensiero di Mattarella è evidente: da tempo il Quirinale legge con preoccupazione segnali interni ed esterni all’Italia che mostrano un affievolimento delle lezioni della storia, in un quadro internazionale che riporta in vita, come ha detto più volte “fantasmi del passato”. Ecco perchè anche oggi ha voluto ricordare come «l’odio, il pregiudizio, il razzismo, l’estremismo e l’indifferenza, il delirio e la volontà di potenza sono in agguato, sfidano in permanenza la coscienza delle persone e dei popoli». Parole che pronunciate oggi in Polonia, il Paese che più sta pagando gli effetti della guerra in Ucraina, suonano forti e chiare. Per la difesa dei diritti, della democrazia e della libertà non sono ammesse sfumature o distinguo: l’Italia continuerà a supportare l’Ucraina finchè ce ne sarà bisogno, perchè è a rischio la stessa idea fondante dell’Unione europea. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA