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È polemica per le cariche della polizia al corteo della Meloni. I manifestanti: «Manganellate senza motivo»

La polizia smentisce contatti con i contestatori, la Cgil parla di clima pesante, l'associazione «Non una di meno» accusa la leader di FdI

Di Redazione |

Chi parla di spintoni, chi di cariche degli agenti, chi di manganellate, la polizia smentisce contatti con i manifestanti, eppure monta la polemica per i disordini registrati ieri sera a Palermo durante il comizio della leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.

«Un gruppo di circa cinquanta aderenti a gruppi antagonisti ha cercato di raggiungere Piazza Politeama con l’intento di creare turbative all’iniziativa elettorale», ha scritto la questura di Palermo in una nota. «Nel corso di più episodi di contenimento dei citati manifestanti nell’ambito di una manifestazione non preavvisata, non si sono registrati né momenti di contatto con le Forze dell’ordine né cariche da parte della Polizia. I cordoni delle Forze dell’ordine hanno evitato, attraverso i citati dispositivi di sbarramento, che da tale manifestazione potessero derivare potenziali disordini. Un operatore della Digos – aggiunge la nota – è stato raggiunto al volto da un pugno sferrato da uno dei manifestanti, mentre in un altro frangente un manifestante è stato bloccato dopo avere lanciato una bottiglia nei confronti delle forze dell’ordine e la sua posizione in questi momenti è al vaglio degli investigatori». Il giovane poi è stato rilasciato.

Intanto però l'Associazione stampa parlamentare siciliana si schiera a fianco dei colleghi giornalisti che ieri «sono stati coinvolti in alcuni episodi per le strade di Palermo durante gli interventi della polizia mentre in piazza Politeama era in corso il comizio della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. In particolare, l’Associazione si stringe attorno alla cronista di Repubblica Alessia Candito, colpita e caduta per terra mentre stava documentando l’intervento degli agenti in tenuta antisommossa nei confronti di alcuni manifestanti scesi in piazza per contestare e tenuti a distanza dal comizio elettorale».

Solidarietà da parte dell'associazione anche a tanti altri cronisti e operatori spintonati durante le fasi concitate in via Ruggero Settimo e al collega giornalista identificato dalle forze dell’ordine solo perché stava scattando delle foto ai cartelli mostrati dai manifestanti».

Secondo il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, «un’azione di "contenimento" come è stata chiamata, con la mano così pesante contro attivisti noti che manifestavano pacificamente e anche contro i giornalisti che facevano il loro mestiere, lascia di stucco, è sintomo di un clima pesante. Un clima che la stessa Meloni sta contribuendo ad alimentare». 

Dal canto suo la Meloni ha espresso «solidarietà alla giornalista di Repubblica coinvolta nei disordini a Palermo, scatenati dai centri sociali che volevano impedire il normale svolgimento del comizio elettorale di Fratelli d’Italia. È intollerabile – ha dichiarato la leader di FdI – che questi nemici della democrazia, con la loro protervia, con le loro azioni violente e antidemocratiche impediscano alle persone per bene di fare il loro lavoro». 

Per Bobo Craxi, esponente socialista, candidato all’uninominale Palermo 2 per il centrosinistra, «i manganelli apparsi al comizio della Meloni sono un fatto grave, una misura assolutamente sproporzionata ed un triste presagio di quel che sta per accadere nel paese. Chiederò stamane al questore di Palermo la ragione di questa violenza verso pacifici avversari politici della signora Meloni. In questi giorni per quattro fischi hanno piagnucolato e hanno ottenuto una inutile prova muscolare delle forze dell’ordine. La verità è che ci sono apparati dello Stato che si sono messi al servizio della campagna elettorale di Fratelli d’Italia perché ritenuti vincenti. Ne hanno fatto le spese ieri sera a Palermo le giovani femministe malmenate per aver protestato contro le pericolose banalità che esprime la signora Meloni sui diritti delle donne». 

 «Gli scontri di ieri, gli agenti in tenuta antisommossa, la carica della polizia, le manganellate, sono la dimostrazione pratica del tipo di "sicurezza" che decanta la Meloni. Per noi "spazio sicuro" non vuol dire questo»  ha invece detto Roberta, una delle ragazze del movimento "Non una di meno". Ieri lei era tra la cinquantina di persone, per lo più ragazzi e donne, che ieri hanno tentato di raggiungere piazza Politeama, dove era in corso il comizio della leader di FdI Giorgia Meloni, e sono stati bloccati dalla polizia.  

«Non abbiamo avuto nessun atteggiamento violento o aggressivo, volevamo raggiungere il comizio della Meloni solo per manifestare le nostre idee ma l’atteggiamento nei nostri confronti è subito stato ostile – racconta – Ci hanno impedito di raggiungere piazza Politeama, ci hanno chiusi e circondati in una traversina di via Ruggero Settimo e quando abbiamo deciso e detto chiaramente che volevamo solo tornare a casa ci siamo trovati tutte le strade bloccate dai poliziotti. Abbiamo continuato a ripetere che volevamo solo andare via ma il blocco è continuato. Poi è arrivata la carica e le manganellate».

Con una nota, ieri sera, la Questura ha fatto sapere che un poliziotto è stato colpito al volto da un pugno sferrato da un manifestante e che una bottiglietta d’acqua è stata lanciata contro le forze dell’ordine. Un ragazzo, Marco, è stato fermato e portato in Questura. «Marco è stato solo il primo che gli è capitato sotto mano, non aveva fatto nulla – continua Roberta – Hanno parlato di una bottiglietta d’acqua lanciata… io non l’ho vista ma anche se ci fosse stata questo non giustifica le manganellate". Marco già ieri sera è stato rilasciato. "Abbiamo fatto un presidio davanti la Questura – dice Roberta – Senza di lui non ce ne saremmo andati».  

«I colpi ce li siamo presi ma fortunatamente è andata bene – continua – Il punto è che la richiesta di maggiore sicurezza fatta dalla Meloni nei giorni scorsi ha portato a quello che è accaduto ieri. Gli agenti erano preparati e sin da subito hanno avuto un atteggiamento ostile nei nostri confronti. Ci hanno accerchiati, senza alcun motivo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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