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LA CRISI

I sindaci siciliani chiedono a Draghi di restare, ma Musumeci non ci sta: «Una forzatura»

Mentre i primi cittadini chiedono stabilità, per il governatore è meglio andare alle urne

Di Redazione |

Aumentano di ora in ora i sindaci che sottoscrivono l’appello al premier Mario Draghi per andare avanti nel suo mandato. Ai primi firmatari, compresi i presidenti di Anci e Ali, si sono aggiunti ieri pomeriggio anche i primi cittadini di grandi città come Napoli ma anche da cinquantacinque sindaci siciliani di ogni colore politico. Un appello "bipartisan" dei primi cittadini della Sicilia che esprimono preoccupazione per la crisi di Governo "generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza". I sindaci siciliani chiedono a Mario Draghi di andare avanti perché c'è bisogno di "stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l'Italia". 

Un appello non condiviso dal presidente della Regione Nello Musumeci che definisce l'iniziativa «una forzatura»  in una nota congiunta con il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. «Da sempre crediamo che l’Italia abbia bisogno di un governo con un chiaro mandato popolare, coeso e con un programma condiviso dalle forze politiche che lo sostengono per risolvere i problemi concreti dei cittadini – scrivono i governatori -. È l'esatto contrario di quello che abbiamo visto in questa legislatura, caratterizzata da Esecutivi nati nel Palazzo e appoggiati da partiti divisi su tutto». 

«La crisi del Governo presieduto da Mario Draghi – si legge nella nota – ne rappresenta solo il triste epilogo e non sottoscriveremo nessun appello affinché resti a Palazzo Chigi. Non condividiamo questa iniziativa, lanciata da alcuni colleghi, sia nel merito che nel metodo. Nel merito: crediamo che in questo momento l’Italia possa permettersi tutto tranne che un governo immobile, paralizzato dai giochi di palazzo e dagli scontri tra i partiti di maggioranza. Nel metodo: un Presidente di Regione o un Sindaco rappresentano anche i cittadini che vogliono andare a votare e non possono permettersi di utilizzare le Istituzioni che rappresentano per finalità politiche o, peggio, di partito. Sono forzature che chi ricopre un ruolo istituzionale non può permettersi, né tanto meno promuovere», concludono i governatori. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA