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L'ESECUTIVO IN BILICO

Il governo pone la fiducia sul Dl Aiuti, M5s al bivio: se non vota sarà crisi

La verità in Senato nel primo pomeriggio.  L’Europa guarda all’Italia «con preoccupato stupore», Letta: «Improbabile andare avanti»

Di Redazione |

Il governo pone la fiducia sul decreto Aiuti al Senato. Salta anche l’ultima ipotesi di mediazione con i Cinque Stelle lanciata dal ministro pentastellato D’Incà (e cioè ok al testo senza fiducia). La prossima mossa tocca a Conte e ai senatori del Movimento: se alle 15 voteranno la fiducia il governo andrà avanti altrimenti Draghi salirà al Quirinale nel pomeriggio e toccherà al presidente della Repubblica Mattarella decidere i nuovi passaggi di una crisi che sarebbe di fatto aperta. 

L’Europa guarda all’Italia «con preoccupato stupore», dice il commissario Gentiloni, che presenta le nuove stime del Pil riviste al rialzo per il nostro Paese: +2,9% nel 2022, ma con la forte incertezza per il 2023, che sarebbe anno elettorale se non ci fossero precipitazioni improvvise, quando dovremmo essere gli ultimi per crescita tra i 27. L’Italia sarebbe la buona notizia che l’Ue può dare cisto che Germania e Francia si trasformano nei grandi malati d’Europa. Ma la crisi imminente cambia le carte in tavole e le previsioni, con lo spread che sale oltre quota 210, il rendimento del Btp decennale a 3,35% e Piazza Affari che perde il 2%. 

La giornata è «complicata», dice con un eufemismo il ministro Franceschini, mentre Letta definisce «improbabile» l’ipotesi che  Draghi accetti di tirare a campare altri nove mesi con una maggioranza senza M5s: «Se altri si sfileranno, la parola passerà agli italiani e noi saremo pronti ad andare di fronte agli italiani con il nostro progetto per il futuro dell’Italia». 

Forza Italia attende con rispetto le decisioni di Draghi e le indicazioni di Mattarella e non teme le urne, fa sapere Berlusconi: «I numeri dicono che il governo potrebbe proseguire il suo lavoro fine a fine legislatura anche senza il M5s. È chiaro e innegabile che eventuali elezioni anticipate in un momento così delicato per l’Italia saranno da attribuire unicamente all’atteggiamento irresponsabile dei Cinque Stelle. Se dovesse accadere, andare alle urne non ci preoccupa. Siamo certi che il risultato elettorale premierebbe il centrodestra».

«Stupita e preoccupata» la Lega, che lavora per arrivare a una posizione unitaria del centrodestra e si prepara alle elezioni anticipate: 'Piuttosto che perdere mesi preziosi con inutili e logoranti tira e molla, sarebbe più saggio dare la parola agli italiani».

Da Palazzo Chigi e dal Quirinale nessun segnale in attesa di verificare che i Cinque Stelle compiano lo strappo. La giornata è segnata intanto dalla morte a 98 anni di Eugenio Scalfari, protagonista da giornalista e con Repubblica, della storia del Paese degli ultimi 70 anni. 

La sua scomparsa «lascia un vuoto incolmabile nella vita pubblica del nostro Paese – afferma il presidente del Consiglio – È stato assoluto protagonista della storia del giornalismo nell’Italia del dopoguerra. La chiarezza della sua prosa, la profondità delle sue analisi, il coraggio delle sue idee hanno accompagnato gli italiani per oltre settant'anni e hanno reso i suoi editoriali una lettura fondamentale per chiunque volesse comprendere la politica, l’economia. Ha accompagnato il suo amore per il giornalismo all’impegno civile e politico, all’alto senso delle istituzioni e dello Stato. A me mancheranno molto i nostri confronti, la nostra amicizia», conclude Draghi. (  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA