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Musumeci: “Pronto a fare un passo di lato per salvare l’unità del Centrodestra”

La conferenza stampa del presidente sulle regionali. «Se al tavolo dei leader nazionali il mio nome dovesse risultare divisivo sono pronto a farmi da parte. Quando la coalizione troverà un candidato unitario, lo sosterremo». "I sondaggi mi danno vincente, resta la domanda: perché Musumeci no?". "Sono un presidente scomodo in una terra che finge di voler cambiare"

Di Redazione |

La conferenza stampa del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, sulle decisioni in merito alle prossime elezioni regionali inizia con un video dello scorso anno in cui annunciava di esser pronto a farsi da parte, se necessario. 

"Ho voluto riproporre questo filmato  – spiega Musumeci – perché la coerenza è importante in politica e chi mi conosce sa che ho fatto della coerenza la mia regola di vita. Qualche giorno fa dopo un'intervista  – (il riferimento è a un’intervista del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, che aveva ribadito la sua contrarietà a una ricandidatura di Musumeci, ndr) – Ho detto se sono scomodo mi metto da parte, toglierò il disturbo. Sono un presidente scomodo in una terra che finge di voler cambiare, ma credo nel valore della  politica e nell’unità del centrodestra. Ho iniziato a fare politica a 20 anni come consigliere comunale nel mio paese. L'unità del centrodestra per me è un valore che va salvaguardato, va tutelato andando ben oltre le pur legittime aspirazioni di ciascuno di noi. Nei prossimi giorni, completato il ballottaggio,  i leader si vedranno in un tavolo nazionale e ho detto alla mia leder Meloni, che ringrazio per la tenacia, la perseveranza, la passione con cui ha difeso la mia candidatura, che se a quel tavolo  il mio nome dovesse risultare divisivo farò un passo di lato indietro se preferite, se tutto questo può servire all'individuazione di un candidato unitario, un candidato che unisce invece di uno che divide. Quando lo avranno trovato me lo presenteranno e tutti saranno felici di poterlo sostenere". 

"In questi ultimi giorni  – prosegue Musumeci – ho avuto centina di messaggi di cittadini a me sconosciuti, non miei amici. Alcuni anche di schieramenti diversi e contrapposti. Mi hanno esortato a non arrendermi,  non darla vinta, a non mollare. Li ringrazio per il loro affetto, ma voglio ricordare che la mia non è una scelta di resa. Non mi sono mai arreso nella mia vita pubblica e privata, tranne una volta, quando il Padreterno ha voluto chiamarsi mio figlio. Non è una resa e non ho voglia di mollare. Io non mi dimetto, ho un impegno con il popolo siciliano che ho assunto quando mi ha eletto e fino all'ultimo giorno servirà la mia Regione e il popolo siciliano rimanendo con la schiena diretta, con la stessa integrità morale e lo stesso entusiasmo del primo giorno. Andrò ad aprire cantieri, a inaugurare nuove opere. Non è una resa, non sto mollando, la mia è una scelta di responsabilità. So che la responsabilità è oggi un attrezzo fuori uso".

"Una scelta di responsabilità per sostenere il centrodestra e continuare a vincere e continuare la strada che il mio governo, con tutti gli assessori, ha tracciato. Anche se nell'ultimo anno ho dovuto subire indicibili e ignobili attacchi dal fuoco amico preoccupato più di attaccare e delegittimare il Presidente della Regione che le opposizioni".

"Divento discusso e divisivo – ha sottolineato il governatore – pur risultando vincente in tutti i sondaggi  è un paradosso ma questa è la terra dei paradossi, ricordate Sciascia, Pirandello? In tutti i sondaggi, in tutti gli scenari elettorali risulto vincente, anche nell'ultimo del 31 marzo scorso, eppure per alcuni miei alleati rimango un presidente e un candidato divisivo". 

I sondaggi – mi direte – si prendono con le pinze, ma se il sondaggio contrasta con quello che dice il vicino  perde credibilità quest'ultimo.

"Qualcuno ha scritto che la mia sarebbe una scelta legata alla claque di Taormina, no i comici fanno i comici e sono pagati per farlo. Non sono stati loro, con le loro battute, a spingermi verso il mio possibile passo indietro sulla ricandidatura alla presidenza della Regione. Anzi, posso dire che loro hanno fatto il nostro gioco esaltando le strade disastrose della Sicilia… le strade non dipendono dalla Regione, la competenza è del governo, dei 5Stelle, che ha un sottosegretario siciliano alle infrastrutture (riferendosi a Giancarlo Cancelleri), del Pd, di tutte le forze che sono al governo, tranne Fratelli d'italia, e che sono rimaste sorde alle nostre richieste". Il riferimento è alle battute taglienti di Ficarra e Picone alla manifestazione Taobuk di Taormina. Sui fischi arrivati nel corso del suo intervento al Teatro antico ha risposto: «C'era una claque organizzata con 12 persone e la claque è sempre una manifestazione di debolezza e mai di forza». 

"Qualcuno ha scritto Musumeci si accorderà con la Meloni per una candidatura al Senato. No, non svendo la mia Regione per un posto in Parlamento, non accetto compromessi. La Meloni non mi ha mai proposto un patto del genere, conosce la mia dirittura morale, la mia fermezza".

"Ho tante altre cose da dire, ma mi riservo di farlo in un'altra occasione. Per ora andiamo per la soluzione migliore perché il centrodestra possa vincere. Certo rimane una casella vuota? Perché Musumeci no? Fa ridere dire "non parla con i partiti",  fa ridere "non fa toccare palla, ma ci sono palle e palle, come sapete… Ci sono palle di cuoio, di plastica, ci sarà un momento anche per parlare delle palle. Di quelle che si possono toccare e quelle che è pericoloso toccare» ha detto Nello Musumeci durante la conferenza stampa  riferendosi alle dichiarazioni espresse in un’intervista alcuni giorni fa dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che al 'Corriere della Sera' su Musumeci aveva detto: «Se sei anche il calciatore più forte del mondo ma non passi mai la palla, la squadra perde. E purtroppo per lui è così».

 «Spero mi si dica presto se non dovessi essere io il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Siciliana e che si giunga presto alla verità. Forse, però, se qualcuno dicesse la verità, il centrodestra pregiudicherebbe la sua vittoria». 

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