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Regionarie, la sagra grillina degli “impresentabili”

Di Mario Barresi |

Catania – Il voto online, sulla piattaforma “Rousseau”, s’è chiuso alle 19 di ieri. Ma per conoscere i nomi degli aspiranti deputati regionali del M5s si dovrà aspettare fino a oggi, forse nel pomeriggio.Smentite, dunque, le ottimistiche proiezioni sull’ufficializzazione dei “magnifici 62”, dai quali (fra sabato e domenica) uscirà il candidato governatore. In corso la verifica sui profili dei 657 aspiranti e sulle modalità di voto. Compreso il numero di clic effettuati dallo stesso terminale (pc, tablet o telefonino) attraverso il codice unico identificativo del singolo device, a caccia di votazioni “plurime”.

Controlli serrati. A maggior ragione dopo i pasticci di ieri. Fra i candidati alla prima fase delle Regionarie c’era anche Giacomo Sampieri, già crocettiano di ferro, potente manager della sanità, imputato assieme a Matteo Tutino nel processo sull’ospedale Villa Sofia di Palermo. «È di certo candidato, ma non ha i requisiti per esserlo», dice Giancarlo Cancelleri, in campo (da candidato governatore “predestinato”) come tutti i deputati regionali uscenti, tranne Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca, rinviati a giudizio a Palermo nell’inchiesta sulle firme false. Sampieri si tira: «Il mio impegno non può essere oggetto di strumentalizzazione e danno al Movimento, prego ogni attivista di non considerare più la mia candidatura, nata come singolo elemento di un progetto vero di rinnovamento della società».

Un caso analogo ad Agrigento, dove a insidiare il secondo mandato di Matteo Mangiacavallo, fra gli altri – a meno di una coincidenza su nome ed età – sarebbe in lista Stefano Catuara, 54 anni, ex presidente del Consorzio Asi, processato (e assolto in primo grado) per peculato e abuso d’ufficio, ma condannato dalla Corte dei conti per danno erariale.

A Palermo il caso di Valerio D’Antoni, candidato “per sbaglio”. Il collaboratore dell’aspirante sindaco Ugo Forello dice di essere «erroneamente» nella lista. Avrebbe inviato una mail, ma per un disguido tecnico il ritiro non è stato registrato. In campo, invece, alcuni fedelissimi di esponenti nazionali ed europei del M5s: Luigi Sunseri, dello staff di Ignazio Corrao; Giuseppe Mazzonello, collaboratore del senatore Maurizio Santangelo; Rossella Vilardi, ex collaboratrice della deputata Giulia Di Vita, sospesa dal M5S dopo il caso firme false.

Nel collegio ibleo, dov’è lanciata l’uscente Vanessa Ferreri, corre Andrea Sansone, già candidato sindaco a Modica. E c’è anche l’ex assessora di Ragusa, Stefania Campo, dimissionaria dopo il caso (poi sgonfiatosi) dell’assunzione del marito in una coop convenzionata con il Comune. Molto quotata l’architetta comisana Patrizia Bellassai. A Siracusa Stefano Zito punta a confermare il seggio all’Ars. Temibili concorrenti Giorgio Pasqua (mancato sindaco a Priolo) e le attiviste storiche Teresa Lauria e Paola Cassese.

Nel Catanese, oltre agli apprezzati deputati uscenti Francesco Cappello, Gianina Ciancio e Angela Foti, alcuni mancati sindaci: da Lidia Adorno (in lizza a Catania nel 2013 con un deludente 3,4%) agli sconfitti dello scorso 11 giugno, come Bartolomeo Tagliavia (di Acicatena, vicino al senatore Mario Giarrusso) e Giosuè Malaponti (leader del comitato pendolari, di Fiumefreddo). E infine Salvatore Salerno, mancato sindaco di Palagonia, con alle spalle la militanza nell’Mpa di Lombardo e un’esperienza da assessore con l’autonomista Franco Calanducci. «Ma era il 2009, è stata una meteora, l’unica esperienza durata cinque mesi», minimizza Salerno.Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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