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Sgarbi: «Me ne vado, sono stato cacciato e Musumeci mi ha deluso»

Di Redazione |

PALERMO – Finirà entro i primi giorni di maggio l’avventura di Vittorio Sgarbi all’assessorato siciliano dei Beni culturali. Il critico d’arte ha annunciato che andrà via prima del suo compleanno (l’8 maggio) perché l’hanno “cacciato”. Il riferimento, per nulla velato, è al governatore Nello Musumeci e ai grillini che «sono alle porte». Dure critiche sono arrivate nelle ultime settimane dal Movimento Cinque stelle, che lo accusa di essere «l’assessore del nulla», e dal governatore stanco delle uscite scomposte del critico.

Sgarbi, come di consueto, ha sparato a zero contro detrattori presenti e futuri. Come ha spiegato durante la presentazione della mostra ‘Antonello incontra Lauranà a palazzo Abatellis a Palermo, non ha nemmeno avuto il tempo di decidere tra l’assessorato e il posto da deputato. Anzi, dice, sarebbe pure rimasto in Sicilia visto che sono scarse le possibilità di diventare ministro nel prossimo governo (“una su cinque se sarà di centrodestra”). E invece Musumeci l’ha chiamato per dirgli che «la situazione era insostenibile», concetto ribadito anche a Silvio Berlusconi. «Il presidente Musumeci – ha detto Sgarbi – non vede l’ora che io me ne vada. Non sarò più assessore ai Beni culturali. Hanno deciso loro che me ne devo andare, non ho scelto io». E così «con una trentina di iniziative in programma» finisce la parentesi siciliana di Sgarbi che ha sottolineato l’impegno e la professionalità profusa nei novanta giorni da assessore.

Il critico ne approfitta per togliersi qualche masso dalla scarpa. E minaccia: «Ho un piccolo ricatto per Musumeci, che non vede l’ora che me ne vada. Il 27 arriva un mecenate che porterà 39 milioni per Selinunte. Non li dà a me, ma deve trattare con me. Con chi tratterà se me ne vado? Fossi Musumeci aspetterei». Ce n’è anche per i grillini, ovviamente. Sgarbi non ha gradito i continui attacchi per la sua presunta assenza dalla giunta. “Quando i Cinque stelle dicono che Sgarbi non ha fatto assolutamente nulla è perché loro non capiscono niente – ha spiegato – E’ inutile fargli vedere Antonello e Laurana perché pensano che siano uno un parrucchiere e l’altro un profumiere». Il successore sarà un politico e non un tecnico come lui. Ne è sicuro. «Devo sloggiare per lasciare il posto a qualcuno che sono sicuro sarà siciliano e appartenente a un partito», ha sentenziato piuttosto piccato. Ma con Gianfranco Micciché, leader di Forza Italia in Sicilia, è tutto a posto. «Fosse stato per lui – ha spiegato Sgarbi – sarei rimasto il più possibile». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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