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Mobilità sanitaria in Sicilia, il comisano Liuzzo: “Siamo agli ultimi posti”

La radiografia impietosa tracciata dal responsabile Sanità di Italia Viva Sicilia

Di Redazione |

“Il quadro generale è impietoso, così come lo sono i dati forniti dalla Fondazione Gimbe che ha fotografato il flusso della mobilità sanitaria regionale in Sicilia nel 2021”. Lo dice il responsabile Sanità di Italia Viva Sicilia, il comisano Salvo Liuzzo, che fotografa, assieme a Fabrizio Micari, delegato alle Infrastrutture e trasporti, una situazione tutt’altro che semplice. “Per entrare nel merito, tuttavia, bisogna precisare cosa si intende per mobilità attiva e mobilità passiva – sottolinea Liuzzo – La mobilità sanitaria attiva evidenzia la capacità di attrazione di pazienti provenienti da altre regioni, che normalmente viene calcolata verificando il numero di prestazioni erogate a cittadini non residenti. La mobilità passiva mette in luce, invece, l’indice di allontanamento da una regione per usufruire di prestazioni sanitarie offerte da altre regioni. Nel rapporto tra le regioni, la mobilità passiva rappresenta una voce a debito, mentre quella attiva una voce a credito: vale infatti la regola secondo cui la regione che eroga la prestazione viene rimborsata da quella di residenza del cittadino. Cosa potevamo aspettarci per la Sicilia? Naturalmente, il saldo della nostra sanità è negativo e tra i peggiori d’Italia: –177.443.558 euro”.

Liuzzo sottolinea che “su 20 regioni siamo al sest’ultimo posto. Ai primi posti in termini di emigrazione sanitaria. I numeri – prosegue – sono impietosi e dimostrano da una parte la modestissima capacità di attrarre pazienti da altre regioni (e quei pochi, molto spesso altro non sono se non partite di giro di gruppi ospedalieri privati che usano questo sistema per aumentare il loro bugdet), dall’altra il persistere di una situazione per cui il miglior ospedale siciliano è considerato…l’aereo. Sebbene il governo regionale affermi di volersi sforzare per rappresentare una situazione in via di miglioramento, specialmente in riferimento alle liste d’attesa, la sanità siciliana è tra le peggiori d’Italia e, da diversi mesi, terreno di scontro tra le forze politiche per i posizionamenti apicali, scontro in cui pochissimo o nulla conta il servizio erogato ai cittadini. Nel cosiddetto risiko delle nomine, quanto pesano i risultati ottenuti da un aspirante direttore generale nelle sue precedenti esperienze alla guida di aziende sanitarie od ospedaliere? Nulla, in confronto alla sua appartenenza politica del momento”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA