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L’influenza H1N1, i sintomi, le forme gravi e i decessi: una percentuale della popolazione rischia di più

Sbagliato chiamarla suina, si tratta del solito virus stagionale che sta facendo danni maggior anche a causa di una campagna vaccinale carente

Di Redazione |

I due decessi registrati in poche giorni a Vicenza per le conseguenze del virus A H1N1 preoccupano la popolazione ma non troppo la comunità scientifica. Si era parlato inizialmente di contagi della cosiddetta “influenza suina”, ma in realtà la direzione Sanità della Regione Veneto, con una nota della dirigente Francesca Russo, ha chiarito come sia sbagliato accomunarla alla variante ‘v’ dell’H1N1 (la suina). Queste fase dell’anno precisa, è infatti caratterizzata dalla circolazione del virus H1N1 pdm09 (Pandemic disease Mexico 2009): «Si tratta – sottolinea Russo – del virus influenzale che circola in modo diffuso in tutte le stagioni influenzali dal 2009. Chiamarlo virus da “influenza suina” è un retaggio mediatico che fa pensare a un virus non stagionale».

Gli esperti

I due decessi per l’influenza H1N1 all’ospedale di Vicenza – secondo Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la Società italiana delle malattie infettive e tropicali – «ci ricordano quella che è la storia dell’influenza, che nel 95% dei casi non è una malattia grave dalle conseguenze letali ma c’è una percentuale della popolazione che invece rischia di più. Abbiamo detto sempre i fragili, gli anziani e gli immunodepressi, ma raramente può essere letale anche per i più giovani e sani. Oggi l’80% dei casi di influenza in Italia è proprio H1N1 e non abbiamo, purtroppo, vaccinato bene».

Anche secondo Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale San Martino di Genova, «l’influenza H1N1 è quella che ha circolato più frequentemente in Italia quest’anno, e si chiama “suina” perché nel 2009 ci fu una pandemia con numerosi casi e diversi morti nel mondo. E’ una forma di influenza A che conosciamo bene e ogni anno ci sono dei decessi. Nulla di nuovo all’orizzonte, purtroppo abbiamo vaccinato poco quest’anno. La campagna vaccinale è stata disastrosa e questi sono i risultati, insieme ad una bassissima copertura per il Covid. Sappiamo che i vaccini evitano le forme gravi dell’influenza, purtroppo quando ci sono queste forme così virulente che colpiscono anche soggetti giovani ci si ricorda dell’importanza dei vaccini».

Domane e risposte

Con oltre 1 milione di casi nella settimana dal 25 al 31 dicembre e oltre 6,7 mln dall’inizio della sorveglianza, l’influenza viaggia verso il picco stagionale con il suo carico di raffreddori, febbre, dolori e acciacchi di vario tipo. Ma come parte l’influenza? E quanto dura? Come si previene? E come si cura? A queste domande risponde l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione per la Medicina personalizzata. Quanto tempo passa, in genere, dal momento in cui mi hanno trasmesso il virus a quello in cui la malattia si manifesta? «Si chiama “tempo di incubaziona”. Per l’influenza la sua durata media è di due giorni ed è quel tempo che trascorre tra il momento della comparsa dei primi sintomi e il precedente momento del contagio generalmente procurato da goccioline di saliva che il soggetto contagiante può spargere nell’ambiente con gli starnuti, con i colpi di tosse, ma anche attraverso contatti interumani ravvicinati», risponde l’immunologo.

«Data la recentissima memoria di raccomandazioni che, in questo senso, sono state somministrate a iosa, non ritengo sia il caso di aggiungerne altre, per quanto terrei a dire che, se non la mascherina (che tuttavia in certi casi non sarebbe da escludere) almeno la buona abitudine a starnutire nel gomito o a coprire la bocca con la mano – avverte Minelli – nel momento in cui si dovesse tossire, possono sempre costituire comportamento tutt’altro che formale di rispetto e di buona educazione».

Come riconosco l’influenza? Quali sono, quest’anno, i suoi sintomi più caratteristici? «Brividi e febbre che aumenta repentinamente, fino a portarsi anche oltre i 39°C. Mal di gola e disfonia, con voce rauca e possibile impedimento nel deglutire – prosegue Minelli – Dolori assortiti di tipo articolare e muscolare, diffusi praticamente ovunque. Spossatezza invalidante, tale da farti sentire senza forze. Tosse secca, abbaiante, talvolta soffocante, con fastidioso prurito tra gola e naso che gocciola come un rubinetto. Bruciore agli occhi e lacrimazione. Mal di testa associato a senso di testa vuota, sonno disturbato, perdita di appetito, turbe dell’umore. Disagi intestinali con nausea, turbe digestive, frequentemente crampi addominali, diarrea, emorroidi”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA