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Siracusa, incidenti e sicurezza al petrolchimico: tra Fiom Cgil e Fim Cisl volano stracci

Tensioni tra sindacati dopo gli incidenti nella zona industriale del Siracusano

Di Massimiliano Torneo  |

Tensioni tra sindacati dopo gli incidenti nella zona industriale del Siracusano che hanno fatto riemergere la questione della sicurezza sul lavoro. Una disunità che ha radici nel sistema degli appalti esterni e pare fondarsi su un clima di “non detto" difficile da interpretare. Mentre la magistratura indaga per fare piena luce sull’incidente di mercoledì scorso (11 maggio) all'unità 1600 della raffineria Isab-Lukoil, che ha portato al ferimento di tre giovani operai (uno più grave, le cui condizioni per fortuna migliorano), e sull’anomala frequenza di incidenti (tre in 40 giorni), Fiom Cgil e Fim Cisl litigano. La prima, insieme a Uilm, incrociava le braccia per due ore venerdì scorso; la seconda non partecipava allo sciopero e accusava Fiom di “speculare” sull’incidente e di aver in realtà programmato da tempo quelle manifestazioni.

Accuse che oggi Fiom ritiene frutto di “un’abile operazione mediatica” tesa a “chiudere il confronto sul merito delle questioni” attraverso “la macchina del fango”. “Inquietante”, secondo il segretario Fiom Antonio Recano, non sarebbe il volantinaggio effettuato dinanzi alla fabbrica e programmato giorni prima (come affermato da Fim Cisl) ma la allusione a una “cinica strumentalizzazione su un tragico incidente””. Passaggio della risposta Fiom in cui si precisa pure che sui temi della sicurezza ci sarebbero “distanze nelle posizioni delle tre organizzazioni sindacali”.

Recano rimanda al mittente le dichiarazioni Fim Cisl che tenderebbero “a offendere, a insinuare dubbi, a incrinare la credibilità di un’organizzazione sindacale che è sempre stata in prima fila nell’affrontare i temi della sicurezza”. Affermazioni Fim Cisl che Recano definisce “singolari” e pronunciate “per non entrare nel merito delle questioni”. Secondo il segretario Fiom è legittimo “non condividere analisi e scelte”, ma senza “sfociare in affermazioni” e in atteggiamenti che lo stesso ritiene “offensivi e prevaricatori”.

Secondo Fiom le affermazioni Fim Cisl sarebbero offensive “per il coordinamento, per le organizzazioni sindacali e per i tanti lavoratori dell’indotto Isab-Lukoil che il 13 maggio hanno denunciato condizioni di sicurezza che all’interno del sito mettono in discussione ogni giorno la sicurezza e la vita dei lavoratori”. A parere della Fiom i metalmeccanici, con l’adesione allo sciopero, avrebbero saputo reagire “al di là delle appartenenze, su un tema importante come quello della sicurezza” e “mostrato di avere chiare le differenti posizioni in campo”, valutando infine chi “nella pratica, come sempre, tenta di articolare un’azione concreta sul rispetto della sicurezza nei posti di lavoro”. Invito finale “a confrontarsi sui contenuti e sul merito delle questioni”.

Quest'ultimo punto potrebbe rappresentare una possibilità di incontro visto che Fim Cisl auspicava azioni costruttive "e propositive in ogni cantiere con step settimanali, con riunioni periodiche in ambito istituzionale per mettere in campo azioni di prevenzione coinvolgendo le committenze". Nel frattempo gli investigatori per conto della Procura hanno potuto ascoltare anche il secondo degli operai rimasti feriti (il secondo per gravità), mentre le condizioni del più grave dei tre, trasportato al Cannizzaro di Catania per le ustioni riportate, per fortuna migliorano. Vertici della Isab-Lukoil, infine, hanno smentito che la frequenza di incidenti possa essere riconducibile al momento di crisi che l'azienda sta vivendo per via del noto effetto boomerang delle sanzioni (cui di fatto non è soggetta) in quanto gravitante nell'orbita russa.

"Off record", fuori registro, secondo i vertici Isab queste deduzioni arrivate dal mondo sindacale. "Sono cose assolutamente indipendenti – hanno spiegato vertici dell'azienda – senza alcuna correlazione". D'altronde gli incidenti si sono sviluppati nell'ambito degli appalti di manutenzione esterna. Insomma, un motivo in più per auspicare che sia la magistratura a fare piena luce.                                        COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA