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Salvini, anche a Siracusa tensione altissima tra pro e contro: e il comizio ritarda

Di Redazione |

SIRACUSA – «Salvini fascista, historia docet» e «Olocausto mediterraneo» sono alcuni dei cartelli esposti in prima fila da alcuni giovani contestatori davanti al palco a Siracusa dove alle 20 sarebbe dovuto cominciare il comizio di Matteo Salvini. Ma anche qui la contestazione ha creato problemi. La polizia ha allontanato di qualche metro dal palco i manifestanti anti-Salvini a Siracusa indossando i caschi di protezione. La tensione è alta e i contestatori continuano a urlare slogan e insulti contro il ministro dell’Interno, esortato ad andare «fuori da Siracusa».

I sostenitori aspettano che il comizio possa iniziare scandendo lo slogan “Matteo, Matteo”. Dal palco lo speaker ha provato a contrastare con il microfono fischi e invettive dei contestatori, ma senza successo.

I due gruppi sono a contatto e quasi mescolati, al momento pacificamente, ma inveiscono uno contro l’altro.

Anche quando Salvini è riuscito a guadagnare il palco, con oltre un’ora di ritardo sul programma, non è stato facile per lui andare avanti con il comizio fra cori «scemo, scemo», «assassino, assassino» o «buffone, buffone». A Catania aveva evitato il contatto con la piazza grazie alla visita istituzionale in Comune, ma a Siracusa ha dovuto affrontare la gente che gli ha dato del «fascista» e ha provato a non farlo parlare. «Siete liberi di ospitare cento migranti a testa a casa vostra», ha detto Salvini ironico ai contestatori, definiti «nostalgici della falce e del martello».

«Se volete essere servi di Macron e della Merkel, votate Renzi – ha detto tra i cori e gli applausi dei suoi sostenitori-. Qui non ci sono fascisti, in questa piazza ci sono italiani liberi».

Matteo Salvini ha concluso il suo comizio a Siracusa mostrando il rosario stretto nel pugno e baciando un santino che gli è stato passato dal pubblico. Sono quindi iniziati i selfie con i sostenitori sul palco. «Se fate i bravi li faccio anche con voi», ha detto ironico ai contestatori che a decine per tutto il discorso lo hanno coperto di insulti.

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