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Memorie in Cucina: l’arte di Giovanni Trombatore

Tra i profumi delle materie prime e i ricordi di un passato aristocratico, la nuova osteria di Giovanni Trombatore a Noto diventa un crocevia di storie, sapori e tradizione familiare.

Di Redazione |

C’è il buon profumo delle materie prime fresche e di qualità, ma c’è anche il profumo dei ricordi, di storie che si perdono tra letteratura e matrimoni aristocratici e ricette di piatti semplici ma che raccontano una Sicilia fatta da gente di cuore e dal grande altruismo. È forte il richiamo della famiglia nella cucina di Giovanni Trombatore e in questa nuova sfida in pieno centro storico della città Barocca lo si capisce già non appena si varca il portone di ingresso. Ad accogliere gli ospiti, infatti, ci sono le foto in bianco nero che ritraggono i volti più cari allo chef. Come quello di mamma Nuccia e papà Pino, della nonna Corradina che per anni insieme con le sorelle e i fratelli ha lavorato nelle cucine di Palazzo Castelluccio.C’è anche la foto di un matrimonio con il banchetto nuziale allestito a Palazzo Biscari a Catania: è quello tra il marchese Corrado Di Lorenzo del Castelluccio e Agatina Nava, la nipote del cardinale Giuseppe Francica Nava de Bondifè. «È un modo per ricordare le proprie origini – spiega lo chef Giovanni Trombatore – ma anche un modo per raccontare come alcune ricette del passato sono arrivate fino ai nostri tempi, resistendo ai tanti tentativi di modifiche e di contaminazioni con l’obiettivo di reinventare piatti e preparazioni che poi sono persi nel nulla».Gli aneddoti che arrivano dal passato sono tanti. Uno sfocia anche nel mondo del cinema. «Carlo Levi è stato ospite di Amalia Di Lorenzo del Castelluccio – racconta ancora Trombatore – per circa un mese e ha avuto modo di assaggiare i piatti preparati dalla cucina di Palazzo Castelluccio, cucina in cui lavoravano mia zia Concettina insieme con altre sorelle e altri fratelli. Una cucina semplice ma ad effetto, con l’obiettivo di curare la sostanza ancor prima dei sapori».

Alcune ricette sono arrivate a noi. «Quella del timballetto di capelli d’angelo – prosegue – fatto con piselli e stracotto di vitello, poi lavorato con besciamella e formaggio, veniva panato e poi fritto diventato a tutti gli effetti un arancino di pasta. E poi il riso al latte, cotto al latte poi tirato con il burro. Un piatto di origini francesi, condito con stracotto di straccetti di vitello di pollo lavorato con estratto di pomodoro e una crema di cipolla». Un altro aneddoto riguarda il cinema, con la signora Nuccia che accoglierà attori come Diego Abatantuono, Silvio Orlando e Margherita Buy, impegnati nelle riprese di alcuni film girati tra Noto e Marzamemi e che poi torneranno con piacere in Sicilia a ritrovarla. E un altro diretto con il Quirinale: con il presidente Sandro Pertini, destinatario di alcuni dolci tipici ogni Natale.

Ed è proprio da quella cucina e dai quei sapori che comincia il lungo percorso di Giovanni Trombatore, cresciuto con quei ricordi poi diventati sapere e riportati nei piatti e nelle ricette. Ed anche sui muri del nuovo e accogliente locale in pieno centro a Noto, dove oltre alle foto è possibile ammirare dal vivo anche i tipici piatti utilizzati per essiccare i pomodori in estate o alcuni oggetti che arrivano direttamente dai campi. E poi ci sono i profumi di una volta…che arrivano dal presente e ti lanciano verso il futuro.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA